Il problema principale, secondo il presidente della Svimez, sono i criteri utilizzati per ripartire i fondi alle università: «per esempio uno dei parametri adattati è dare più risorse a chi ha più studenti in corso. »Al Sud - sottolinea - ci sono più studenti fuori corso a causa di difficoltà oggettive, come essere pendolare e dover impiegare tutti i giorni ore per arrivare all'università«. Poi un altro criterio è dare più fondi a chi ha la maggiore capacità di attrarre investimenti da privati ma »è ovvio - rileva Giannola - che in una realtà con difficoltà di sviluppo e con poche imprese è più difficile attrarre investimenti di questo tipo».
In questo contesto «che sta uccidendo le università del Sud, è chiaro che la creatività dei giovani si esprime in un solo modo andarsene».
Per il presidente della Svimez «dobbiamo capire che bisogna cambiare verso: rovesciano il baricentro, costruiamo la nostra ricchezza sul Mezzogiorno, che la sua posizione geografica diventi una opportunità«. L'Italia è l'unico grande Paese europeo, sottolinea, esclusivamente mediterraneo e in questo dobbiamo trovare la spinta della ripresa: »il Mediterraneo è pieno di tragedie ma è anche pieno di opportunità, vi transita tanta ricchezza ma il porto di Taranto è stato chiuso, Napoli non fa niente per avere un porto decente«. Cambiare verso per Giannola vuol dire anche puntare sulla sostenibilità: »il Mezzogiorno è il luogo delle energie rinnovabili, trasformiamo Napoli da metropoli che emette CO2 in un'area che non la emette, usando le nuove tecnologie, come la geotermia«.