Il Movimento 5 stelle al Sud «ha fatto un'operazione mimetica, si è fatto a forma di elettore meridionale e ne hanno mutuato e interpretato le istanze più profonde - ha commentato Virman Cusenza che dirige Il Messaggero -. I Cinque stelle hanno dato segnali di occuparsi di una parte del Paese a fronte di una parte che non se ne è preoccupato».
Un risultato elettorale frutto «della rivolta del ceto medio e del vento di protesta contro le diseguaglianze - ha spiegato il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari - che ha travolto ciò che restava dei partiti tradizionali, con una forte sconfitta del Pd».
Sul Partito democratico «c'è un dato di fatto» secondo il direttore de La Repubblica, Mario Calabresi, cioè che «è stato vissuto come il partito più attaccato alle poltrone che ci fosse. Secondo me farebbe un gran bene a stare fuori dal potere e a non entrare in formule di governo che prevedono ministri ecc, a prendere un pò d'aria».
Quello che è uscito dalle urne elettorali è un Paese «diviso in due con un Mezzogiorno che ha reclamato decenni di abbandono», secondo l'analisi di Guido Gentili, direttore de Il Sole 24 Ore, il Nord Italia «è agganciato all'Europa con tassi di crescita economica e il Sud è un buco nero dove il voto di protesta e l'attenzione politica del Movimento 5 stelle ha dato risultati.
Certamente ha pesato la proposta del reddito di cittadinanza».