Covid, morto il cardinale brasiliano Scheid: criticò Lula per essere un pessimo cristiano

Covid, morto il cardinale brasiliano Scheid: criticò Lula per essere un pessimo cristiano
Covid, morto il cardinale brasiliano Scheid: criticò Lula per essere un pessimo cristiano
di Franca Giansoldati
Giovedì 14 Gennaio 2021, 14:10 - Ultimo agg. 14:57
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Città del Vaticano – E' morto di covid a 89 anni il cardinale brasiliano che non esitava a criticare apertamente l'ex presidente Lula, accusandolo di non essere un cristiano coerente. Eusebio Scheid all'epoca era arcivescovo di Rio de Janeiro. Sicuramente una figura che amava parlare senza timori, a costo di apparire controcorrente o poco diplomatico.

Poco prima della morte di Giovanni Paolo II, per esempio, Scheid affermò senza problemi che avrebbe visto bene sul soglio di Pietro un cardinale di colore, africano.

Una dichiarazione che da molti fu interpretata come una volata a sostegno di Francis Arinze, il cardinale che all'epoca in curia guidava la congregazione del culto divino. Ma le sue esternazioni che fecero più rumore riguardano soprattutto il presidente Lula, quando questi era all'apice della popolarità in Brasile.

Secondo Scheid Lula non si stava comportando da bravo cristiano, visto che il suo fare, a suo parere, era piuttosto caotico sotto il profilo morale. Ne nacque un polemica durissima e Lula rispose piccato che si considerava un credente con una buona relazione con Dio. A tirare fuori la Chiesa brasiliana dall'imbarazzo fu il cardinale Hummes, super progressista e amico di Lula, che ricompose la frattura in modo salomonico descrivendo Lula come un fedele che cammina sulla propria strada, con una fede un po' a suo modo. Il Papa ha espresso il suo cordoglio per la morte del cardinale brasiliano, Eusebio Scheid: lo ha definito Pastore generoso e di zelo e tanto generoso.

Al termine di una giornata intensa, Luis Inácio Lula da Silva ha voluto spiegare ai giornalisti, nella sede romana della Cgil, la ragione principale del suo viaggio-lampo di 24 ore in Italia. Il primo da quando è uscito dal carcere di Curitiba, l’8 novembre scorso, dopo 580 giorni di detenzione. «Volevo vedere papa Francesco per parlare con lui della questione della diseguaglianza, la priorità politica di questo tempo», ha spiegato l’ex presidente brasiliano che ha avuto con il Pontefice, nel pomeriggio, un incontro privato di un’ora. Già all’uscita, in un tweet, Lula aveva sintetizzato il tema del colloquio: «Parlare di un mondo più giusto e fraterno». 

L'anno scorso a febbraio Lula, dopo essere uscito dal carcere con l'accusa di corruzione e riciclaggio, è stato ricevuto da Papa Francesco.  Delitti per i quali l’ex presidente non smette di dichiararsi innocente sostenendo di essere stato vittima di una macchinazione. Il suo grande accusatore è Sergio Moro già ministro della Giustizia nel governo di Bolsonaro.

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