Viaggio in Canada, dopo le proteste dei nativi il Papa parla apertamente di "abusi sessuali" nelle scuole cattoliche della vergogna

Viaggio in Canada, dopo le proteste dei nativi il Papa parla apertamente di "abusi sessuali" nelle scuole cattoliche della vergogna
di Franca Giansoldati
Venerdì 29 Luglio 2022, 00:48 - Ultimo agg. 07:00
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Quebec (Canada) – Preti pedofili mai più. E' davanti ai sacerdoti e ai vescovi canadesi che Papa Francesco parla apertamente degli abusi sessuali commessi dai religiosi che lavoravano nelle scuole cattoliche in cui venivano portati i bambini dei nativi, strappandoli ai loro genitori. In questi tre giorni di viaggio, i sopravvissuti Inuit, Metis e First Nations si erano lamentati pubblicamente, veicolando anche proteste, per l'assenza di questa ammissione aperta e palese nei mea culpa pronunciati dal Papa a Edmonton davanti a diversi leader autoctoni. Nella cattedrale di Quebec city è arrivato finalmente quello che le vittime si aspettavano. 

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«La Chiesa in Canada ha iniziato un percorso nuovo, dopo essere stata ferita e sconvolta dal male perpetrato da alcuni suoi figli.

Penso in particolare agli abusi sessuali commessi contro minori e persone vulnerabili, scandali che richiedono azioni forti e una lotta irreversibile» ha affermato il pontefice rivolgendosi ai consacrati. Nell'omelia ha anche ricordato che  «il dolore e la vergogna che proviamo deve diventare occasione di conversione: mai più!»

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Un lungo applauso ha salutato la fine dell'intensa omelia nella cattedrale di Notre-Dame di Quebec. L'incontro è stata occasione per fare il punto sulla tenuta della Chiesa in una società sempre più secolarizzata. 

Non è  «la fede a essere in crisi, ma certe forme e modi attraverso cui la annunciamo». A suo parere ci sono tre sfide da portare avanti. La prima: far conoscere Gesù. «Nei deserti spirituali del nostro tempo, generati dal secolarismo e dall'indifferenza, è necessario ritornare al primo annuncio. La seconda sfida: la testimonianza. Il Vangelo si annuncia in modo efficace quando è la vita a parlare, a rivelare quella libertà che fa liberi gli altri, quella compassione che non chiede nulla in cambio, quella misericordia che senza parole parla di Cristo. La terza sfida: la fraternità. La Chiesa sarà credibile testimone del Vangelo quanto più i suoi membri vivranno la comunione, creando occasioni e spazi perché chiunque si avvicini alla fede trovi una comunità ospitale, che sa ascoltare ed entrare in dialogo, che promuove una qualità buona delle relazioni». 

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