Cardinale di Napoli, lettera ai preti dal Vaticano: tre nomi per il successore di Sepe

Cardinale di Napoli, lettera ai preti dal Vaticano: tre nomi per il successore di Sepe
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 27 Giugno 2020, 10:00 - Ultimo agg. 16:43
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Le lettere firmate dal nunzio apostolico sono arrivate a Napoli la scorsa settimana. Il primo a riceverla, giovedì mattina, è stato proprio il cardinale Sepe al quale il diplomatico svizzero Emil Paul Tscherrig - nunzio in Argentina fino al 2017 quando Bergoglio lo ha voluto al suo fianco in Vaticano - si è rivolto per conoscere innanzitutto il suo parere. Subito dopo è toccato ai suoi vice, Lucio Lemmo e Gennaro Acampa, ai vescovi nativi nella Diocesi di Napoli, emeriti o in servizio, al preside e al decano della Facoltà teologica, a tutti i vicari episcopali e ai decani. Una trentina di sacerdoti in tutto, che rivestono incarichi ufficiali, ai quali il nunzio apostolico ha chiesto di esprimere tre nomi per cominciare a delineare la giusta personalità che dovrà essere chiamata a prendere il posto di Crescenzio Sepe.

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Una nomina che il Papa farà nel segno della continuità e nel rispetto del lavoro che il vescovo di Napoli - con i suoi sacerdoti - ha svolto incessantemente in questi lunghi anni. Un impegno in prima linea contro la camorra, i trafficanti di sostanze stupefacenti, la micro criminalità, le baby gang - e chi approfitta delle condizioni di bisogno in cui si trova parte della città per allevare nuova manovalanza al servizio dell'illegalità. Ma anche un impegno concreto, il suo, a favore dei più giovani, in troppi casi senza speranze e senza futuro, dei bisognosi, dei bambini in difficoltà e degli anziani ai quali Crescenzio Sepe non ha mai smesso di far sentire sostegno e vicinanza, pure durante questa drammatica pandemia. Il Papa - come ha dimostrato anche in occasione della sua ultima visita proprio un anno fa alla Facoltà teologica meridionale di Posillipo - tiene molto alla città e, dunque, alle istanze del clero di Napoli al quale oggi si rivolge - con le lettere ufficiali firmate dal nunzio apostolico - per chiedere un parere. E lo fa attraverso un formulario appena recapitato all'indirizzo degli eletti.
 

 

Sono tre i nomi dei vescovi - già ordinati, extra diocesani e in una età che non vada oltre i 65 anni - che i destinatari della missiva pontificia potranno esprimere. Una prassi consolidata, un passaggio necessario quando si deve nominare il vescovo di una diocesi, al quale però ne seguono anche degli altri. Il nunzio pontificio - dopo aver interpellato i sacerdoti sui possibili nomi adatti alla successione - chiede al vescovo dimissionario di redigere una relazione sulla sua situazione e sulle necessità della diocesi. Non solo. Emil Paul Tscherrig - dopo aver raccolto i suggerimenti dei trenta saggi insieme con quelli di Sepe - sceglierà a sua volta tre nomi sui quali svolgere ulteriori indagini alla ricerca di informazioni precise su ognuno di essi. Da qui la necessità di assoluta riservatezza. Per evitare che i fedeli, venuti impropriamente a conoscenza dei nomi suggeriti dai sacerdoti, possano ritenere che un prete presente nella terna - e poi non scelto - sia stato escluso a causa di qualche macchia trovata in lui, il nunzio di Bergoglio chiede ai prelati interpellati di mantenere il massimo riserbo circa le consultazioni avvenute. Solo al termine delle sue ricerche, finalmente, Tscherrig invierà alla Santa Sede una lista, nota come terna, con i nomi dei tre candidati che sembrano essere più appropriati a ricoprire l'ufficio.

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Vale a dire che siamo all'anno zero, solo all'inizio delle procedure indispensabili per avviare la nomina: il Vaticano dimostra chiaramente di non avere alcuna premura a sostituire Sepe, e del nuovo vescovo di Napoli non se ne parlerà - verosimilmente - almeno per i prossimi tre mesi. Il dopo Sepe - assicurano i suoi più stretti collaboratori - non si deciderà, infatti, prima del miracolo di San Gennaro del 19 settembre. Fino ad allora l'arcivescovo, settantasette anni appena compiuti, rimarrà al suo posto. Papa Francesco, nel 2018, alla soglia dei 75 anni lo invitò a rimanere alla guida della diocesi di Napoli per altri due anni, appena scaduti. 

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