«Il governo di Pechino sempre più oppressivo con la Chiesa»: la denuncia dei vescovi tedeschi mentre il Vaticano tace

il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano
il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano
di Franca Giansoldati
Martedì 17 Maggio 2022, 17:15 - Ultimo agg. 20:13
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Città del Vaticano – Mentre in Vaticano tace sul caso del cardinale emerito di Hong Kong, Zen Ze-Kiun, spina nel fianco della Cina che da anni denuncia con coraggio la restrizione delle libertà e dei diritti umani, i vescovi tedeschi hanno dato voce alla protesta e rompendo ogni indugio hanno accusato apertamente il governo di Pechino responsabile di portare avanti una politica sempre più opprimente verso la Chiesa nonostante l'accordo firmato nel 2018 con la Santa Sede per la normalizzazione delle nomine episcopali. «Già nel 2020, con il pretesto di combattere la pandemia era stato reso tutto più difficile annunciare il Vangelo per le restrizioni Internet» ha commentato il vescovo di Bonn, Bertram Meier, presidente della commissione della Conferenza episcopale per la Chiesa nel mondo.

«Nell'ultimo anno il tentativo di soppressione delle religioni in Cina è nuovamente aumentato in modo evidente» ha affermato, affidando alla agenzia KNA una articolata spiegazione nella quale ha messo in luce l'introduzione di regole restrittive sulle attività religiose, sul servizio del personale religioso e persino sui siti web.

Dal primo marzo è entrato in vigore un ulteriore giro di vite su Internet. In pratica, in futuro, sarà quasi impossibile fornire informazioni e comunicazioni religiose online e attraverso i social media. Già ora il numero di blog e forum sul web che trattano argomenti religiosi sta diminuendo drasticamente e tanti blog sono già stati oscurati. Non solo.

Il vescovo ha aggiunto che non si permette ai giovani e ai bambini di entrare facilmente in contatto con le strutture educative religiose. «Di conseguenza, l'educazione religiosa è stata resa quasi del tutto impossibile. Soprattutto nelle regioni particolarmente cattoliche della Cina, le vessazioni nei confronti di quei vescovi, sacerdoti e suore che non aderiscono all'organismo ufficiale imposto dallo Stato - l'Associazione patriottica- stanno diventando sempre più frequenti». In questo contesto si colloca l'arresto del cardinale Zen, ordinato nonostante la sua età (90 anni). Un gesto che va considerato un pessimo segnale per l'avvenire, una sorta di intimidazione nemmeno troppo velata. «Il partito mira a mettere sotto controllo tutti i funzionari della Chiesa al fine di sorvegliare meglio il settore. Ci sono stati anche alcuni arresti ai domiciliari». 

Certamente si tratta di un crescendo negativo che non era stato messo nel conto visto che con la Cina era stato firmato nel 2018 un importante accordo per il rinnovo delle nomine dei vescovi e arrivare alla unificazione della Chiesa cattolica, fino a quel momento divisa tra la associazione dei cattolici, controllata dal governo e quella fedele a Roma ma considerata fuorilegge. 

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