Diocesi di Colonia, il cardinale Woelki cede e pubblica l'elenco degli abusi: «Mi vergogno». Più di 380 vittime, 243 molestatori

Diocesi di Colonia, il cardinale Woelki cede e pubblica l'elenco degli abusi: «Mi vergogno»
Diocesi di Colonia, il cardinale Woelki cede e pubblica l'elenco degli abusi: «Mi vergogno»
di Franca Giansoldati
Giovedì 18 Marzo 2021, 12:13 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 11:34
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Città del Vaticano – 243 molestatori e 386 vittime. Il rapporto sugli abusi sessuali della diocesi di Colonia negli ultimi mesi è stato al centro di un infuocato dibattito in Germania. Il cardinale Rainer Maria Woelki fino all'ultimo ha rimandato e posticipato la pubblicazione del rapporto, andando contro le richieste di trasparenza sulla gestione degli abusi che da tempo scuotono la chiesa tedesca. Alla fine del braccio di ferro Woelki ha ceduto e ha reso noto il dossier dal quale emerge che l'attuale arcivescovo di Amburgo, monsignor Stefan Hesse, già vicario generale alla diocesi di Colonia, avrebbe «violato i suoi doveri» nella elaborazione del rapporto. Stando ai periti, invece, il cardinale Woelki non sarebbe responsabile di omissioni.

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«Mi vergogno profondamente» ha detto il cardinale di Colonia Rainer Maria Woelki, in conferenza stampa, condannando «l'occultamento» dei fatti, avvenuto in passato, relativo agli abusi sessuali nell'arcivescovado di Colonia. «Le azioni devono avere conseguenze anche per gli appartenenti al clero», ha affermato. 

La pubblicazione di questo documento non è secondaria al percorso di verità e di trasparenza intrapresa dalle diocesi in Germania per riconquistare la fiducia con le comunità dei fedeli. Troppo spesso le diocesi in passato si sono mostrate opache e poco propense ad aprire i propri archivi e a mettere sotto osservazione l'operato dei vescovi che, davanti a casi conclamati di pedofilia, preferivano coprire o spostare i preti da una parrocchia all'altra creando ulteriori esposizioni a rischi i bambini. 

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A questa linea di trasparenza il cardinale Rainer Maria Woelki, un conservatore all'interno dell'episcopato tedesco, si è sempre opposto e non ha escluso di dimettersi se fosse stato coinvolto.

L'anno scorso aveva rifiutato di rendere pubblico un primo rapporto che riguardava il periodo dal 1975 al 2018. La sua decisione aveva scatenato il putiferio aumentando l'esasperazione delle vittime, e causando una fuga in massa dei fedeli della sua diocesi. Diversi vescovi non avevano esitato a criticarlo. Per esempio il nuovo presidente dei vescovi, Baetzing aveva definito la strategia di comunicazione di Woelki un autentico disastro perchè continuava ad alimentare opacità e la percezione di una istituzione ecclesiale poco attenta all'ascolto delle vittime.

Nel 2018, un rapporto commissionato dalla chiesa tedesca aveva rivelato che 3.677 tra bambini o adolescenti erano stati aggrediti sessualmente da più di 1.000 ecclesiastici dal 1946 ad oggi, in tutta la Germania. La maggior parte dei preti non è mai stata punita. Poiché non hanno avuto accesso a tutti i registri, gli autori dello studio avevano avvertito che il numero di vittime era probabilmente più alto. Dopo essersi scusati ufficialmente, i vescovi hanno stabilito un risarcimento - ritenuto insufficiente dalle vittime - di «fino a 50.000 euro» a persona, contro i 5.000 euro finora. 

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Tra i grandi temi del sinodo tedesco in corso ci sono il celibato, i preti sposati, l'ordinazione delle donne. Woeki ha sempre frenato su questo percorso e anche martedì scorso il suo ufficio ha ribadito che l'omosessualità resta un peccato  e ha confermato che le coppie dello stesso sesso non possono ricevere i sacramenti del matrimonio. 

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