Città del Vaticano - «Senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno». La fase 2 del ritorno alla normalità, «mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro». Papa Francesco parla di un altro virus in arrivo, ben peggiore del Covid-19. «Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me». Stamattina la messa viene celebrata nella antica chiesa di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal Vaticano.
E' una messa dedicata alla capacità della fede di rialzare l'uomo. La scelta di celebrare in questa chiesa (divenuta santuario) assieme a monsignor Rino Fisichella, artefice del Giubileo della Misericordia è per rendere omaggio a santa Faustina Kowalska, una mistica polacca alla quale si devono visioni e immagini sul Cristo misericordioso e alla quale San Giovanni Paolo II era molto devoto. «Nella vita andiamo avanti a tentoni, come un bambino che inizia a camminare, ma cade; pochi passi e cade ancora; cade e ricade, e ogni volta il papà lo rialza. La mano che ci rialza sempre è la misericordia: Dio sa che senza misericordia restiamo a terra, che per camminare abbiamo bisogno di essere rimessi in piedi».
La fase 2 coincide con ulteriori prove di tenuta sociale, etica, morale e non solo sanitaria. Francesco denuncia la tentazione di «selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso».
Le prime comunità cristiane «avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» ha detto il Papa. Aggiungendo subito dopo. «Non è ideologia, è cristianesimo».
A celebrare con il Papa è stato chiamato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio della nuova evangelizzazione che al Messaggero commenta: «Cosa significa la fase 2 per la Chiesa è chiaro. Dovrà essere presente in maniera significativa ancora una volta. L'uscita dal Covid e l'ingresso graduale nella normalità implica il sostegno laddove nessun altro può fare. Non sarà solo un aspetto economico. A me viene in mente il sostegno che necessitano tutte le persone che hanno subito dei lutti. E i lutti per coronavirus sono stati vissuti in maniera drammatica perchè nessuno ha potuto accompagnare né il defunto, né i familiari. Tutto si è sviluppato in una modo atroce, senza sostegno, senza conforto. In questi giorni ascolto tanto gli anziani ospiti di alcune Rsa. Non potendo ricevere le visite dei figli o dei nipoti si lasciano andare. Vivono il dramma dell'abbandono. Ecco, la fase due per la Chiesa significa dare segni tangibili di presenza a queste persone. Occorre dare speranza e dire che Cristo è accanto a loro».
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