Coronavirus, niente Processione né Via Crucis: Pasqua in versione ridotta a Gerusalemme

Coronavirus, niente Processione né Via Crucis: Pasqua in versione ridotta a Gerusalemme
Lunedì 30 Marzo 2020, 12:28 - Ultimo agg. 13:42
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Niente Processione della Domenica delle Palme né Via Crucis a Gerusalemme, almeno nelle forme tradizionali fino ad ora applicate. Lo ha deciso l'amministratore apostolico di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa in adesione alle restrizioni imposte dalla lotta al coronavirus. «Tra pochi giorni inizierà la Settimana Santa, che è il cuore dell'anno liturgico, e anche in quell'occasione - ha scritto in una lettera inviata alle parrocchie, ai sacerdoti e ai fedeli - le nostre possibilità di celebrazione saranno assai limitate».

 Il cuore della Settimana resta il Santo Sepolcro in Città Vecchia, ma a seguito delle direttive civili le celebrazioni «saranno necessariamente ridotte». Nel Luogo Sacro saranno tuttavia tenute le funzioni del Triduo (Giovedì, Venerdì e Sabato Santo) ma alla presenza dei sacerdoti nel numero consentito dalle disposizioni. Rinviata anche la Messa Crismale che sarà celebrata verso la Pentecoste sperando che la situazione lo permetta. Per quanto riguarda le preghiere del Triduo queste saranno trasmesse in streaming anche se il Patriarcato ritiene che «sia molto più utile e fruttuoso invitare le nostre rispettive comunità a pregare in famiglia». Sospese anche le Confessioni anche se sarà possibile in alcune strutture collettive (come ospedali, ospizi e case di accoglienza) dare, in aderenza al Diritto Canonico, assoluzioni collettive. «Quest'anno sarà una celebrazione più simbolica che reale - ha spiegato Pizzaballa - ma non può essere altrimenti».

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L'Amministratore apostolico non ha escluso comunque, in base alle norme consentite dalle autorità, «una piccola cerimonia sul Monte degli Ulivi», come sostituzione alla processione della Domenica delle Palme, molto sentita a Gerusalemme. «In tutte le preghiere e celebrazioni non si dimentichi di pregare - ha concluso - per le vittime di questo virus, per la Chiesa nel mondo e in particolare per la nostra Chiesa di Gerusalemme».

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