Crisi della Chiesa: chiudono decine di giornali cattolici e ora anche le storiche Edizioni Dehoniane

Crisi della Chiesa: chiudono decine di giornali cattolici e ora anche le storiche Edizioni Dehoniane
di Franca Giansoldati
Martedì 12 Ottobre 2021, 17:18 - Ultimo agg. 18:27
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Città del Vaticano – La crisi non si arresta: sempre meno fedeli nelle chiese, riduzione progressiva del numero delle vocazioni sacerdotali, aumento dell'anzianità del clero. Specchio dell'evidente declino è anche la sorte dell'editoria cattolica. In questi ultimi anni sono stati spazzati via decine e decine di giornali e periodici diocesani, secondo quanto ha denunciato recentemente la Fisc (la federazione che raggruppa l'editoria cattolica). La situazione critica in cui versa questo settore è stata segnata, ultimamente, da una notizia negativa (e simbolica): offre la profondità del peggioramento in atto e di quanto sia crollato il bacino d'utenza dei lettori che avevano come punti di riferimento letture e approfondimenti teologici, culturali, sociali di orientamento cristiano. 

Sul sito delle Edizioni Dehoniane di Bologna (EDB), una delle più prestigiose case editrici cattoliche, punto di riferimento di autori conciliari importantissimi, di proprietà dei Dehoniani, è apparso un lungo comunicato che informa l'imminente chiusura di questo centro editoriale per fallimento. 

L’atto formale di portare i registri contabili in tribunale è stato compiuto venerdì 8 ottobre.

Si chiude, scrivono, una grande stagione e un prezioso servizio alla Chiesa, non solo italiana. La proprietà lo ha fatto con dispiacere, ma con la consapevolezza di non essere più in grado di sostenere finanziariamente l’impresa.

«Nell’immediato la decisione colpisce i nostri 25 dipendenti e le loro famiglie a cui non abbiamo potuto venire incontro come speravamo, anche per alcune rigidità riscontrate. Interessa alcune migliaia di autori, di cui non riusciremo più a pubblicare il frutto della loro fatica e del loro ingegno. Ferisce i numerosi abbonati alle nostre riviste, la loro fedeltà e il loro diritto di essere informati e formati» si legge.

I religiosi spiegano che il sostegno costante e gli investimenti fatti non hanno impedito una conclusione simile. «Senza cancellare gli errori compiuti, abbiamo cercato di ovviare alla crisi del 2011-2016 con alcune decisioni severe: controllo dei costi, chiusura di alcune riviste, riduzione del personale (pensionamenti, prepensionamenti, dislocazioni diverse), passando da una sessantina di dipendenti al numero attuale. Abbiamo ceduto e liquidato alcune aziende collaterali (Data Service Center che offriva i servizi informativi, Dehoniana libri incaricata della promozione e della distribuzione)».

«Abbiamo anche cercato un rilancio. Con l’avvio di nuove collane e la ricerca di nuovi autori; con il lancio nel 2016 del sito Settimananews.it e l’acquisizione nel 2017 dello storico marchio Marietti 1820; con l’investimento sul mercato digitale, sulla comunicazione, sui nuovi media. Ma negli ultimi anni il mercato librario, in particolare quello religioso, ha conosciuto perdite sempre più significative. Sono scomparse il 40% delle librerie cattoliche e la pandemia del Covid-19 con tutte le sue conseguenze ha fatto il resto».

Anche la ricerca di un partner per ridare fiato all’azienda, l’ipotesi di accorpamenti con altri protagonisti del libro religioso e, infine, la disponibilità alla vendita in più direzioni non hanno portato ai risultati sperati. 

L’editrice ha pubblicato i primi volumi nel 1962. Nell’arco di questi sessant’anni ha messo a disposizione dei lettori 8.400 titoli, con alcuni milioni di libri venduti, coltivando i settori della Bibbia, teologia, catechesi, pastorale, spiritualità, scolastico e una ventina di riviste. 55 le collane (EDB e Marietti 1820).

La prima stagione, quella delle origini, ha fatto fruttificare grandi intuizioni, come la Bibbia di Gerusalemme, gli Enchiridion Vaticanum, i manuali di teologia. Nella seconda sono cresciuti gli apporti dei biblisti (come Ravasi, Gargano, Barbaglio, Fausti, Grilli) e dei teologi italiani. Praticamente tutte le generazioni dei teologi del post-concilio hanno pubblicato anche con il nostro marchio. Si è allargata l’offerta degli Enchiridion (CEI, Oecumenicum, encicliche ecc.) e si è intensificata la pubblicazione di grandi opere, come il Denzinger, il Commento al Codice di diritto canonico, il Conciliorum Oecumenicorum Decreta, il Dizionario dei concetti biblici del NT, la Concordanza pastorale della Bibbia.

Negli ultimi decenni si sono aperte nuove collane e ricercati nuovi filoni tematici, con l'apertura alla cultura laica e alle figure che sostengono l’immaginario dell’Occidente moderno. Sono stati introdotti autori di riferimento a livello teologico (Christoph Theobald), biblico (Daniel Marguerat, Benoit Standaert, André Wénin) e divulgativo. Si è ripensata la manualistica per gli ISSR; è stato aperto e rafforzato il settore dell’editoria elettronica (con oltre 800 e-book pubblicati in pochi anni). Ma nulla è servito. Il declino del mondo cattolico resta evidente.

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