Emanuela Orlandi, il fratello in Vaticano: «Ho visto la volontà di fare chiarezza senza sconti a nessuno»

Il fratello della giovane scomparsa nel nulla da quarant'anni ha incontrato promotore di Giustizia Vaticano

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro in Vaticano. Il legale: «Depositata memoria, ora saltino fuori i dossier»
Emanuela Orlandi, il fratello Pietro in Vaticano. Il legale: «Depositata memoria, ora saltino fuori i dossier»
Martedì 11 Aprile 2023, 20:50 - Ultimo agg. 12 Aprile, 10:59
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Per la prima volta il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, insieme all'avvocato Laura Sgrò, ha incontrato in Vaticano il promotore di giustizia Alessandro Diddi, che alla fine dello scorso anno ha riaperto l'inchiesta sulla scomparsa - il 22 giugno di 40 anni fa - della quindicenne figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia. È stato un lungo colloquio, durato oltre sette ore, fortemente auspicato da Pietro e dai rappresentanti della famiglia, su quello che è diventato uno dei maggiori casi irrisolti della storia italiana e vaticana, e sul quale il fratello della ragazza misteriosamente scomparsa ha sempre sostenuto che Oltretevere c'è ancora chi conosce la verità. 

«È stato un incontro lungo, ma positivo, otto ore, sono andato alle tre tre e ho finito poco fa, però ho percepito la volontà di fare chiarezza», ha detto Pietro Orlandi su La7, a DiMartedì, sull'incontro col pg vaticano Alessandro Diddi. «Lo stesso Diddi mi ha detto: "Io ho avuto mandato dal segretario e da papa Francesco di fare chiarezza al 100%, di indagare a 360 gradi e non fare sconti a nessuno, dalla base al vertice" - ha proseguito -, e quello per me già è una cosa positiva. Perché io poi ho raccontato tutto le cose che avrei voluto portare quindi lì ho potuto verbalizzare nomi cognomi di tutte le indagini fatte privatamente».

Il legale: «Depositata memoria, ora saltino fuori i dossier»

«Abbiamo depositato una memoria, il Pm sta facendo il suo lavoro, credo che siano in una fase di approfondimento di questa memoria e della documentazione rilasciata in precedenza», ha detto in serata l'avv.

Sgrò, rilasciando alcune dichiarazioni alla stampa mentre Pietro Orlandi si trova ancora a colloquio con il pg Diddi. Sgrò ha riferito che Pietro Orlandi ha incontrato Diddi in qualità di «testimone», «per questo la mia presenza non è prevista». Ha quindi aggiunto che si augura che dall'attività di indagine del pg vaticano ora «saltino fuori i dossier». «Il promotore sta facendo il suo lavoro, Pietro mi ha detto poco fa che ne avrà ancora per un pò», «sicuramente è un momento importante dopo tanti anni anche dopo le parole che abbiamo letto stamattina in cui il promotore diceva che il Santo Padre ha dato piena libertà nelle indagini», ha sottolineato l'avv. Sgrò.

«L'augurio nostro - ha proseguito - è che finalmente si possa fare luce su questa vicenda e che si possa davvero scrivere una pagina di storia. Questo lo dico anche da cittadina perché oggi ho letto della volontà del promotore di voler collaborare anche con la giustizia italiana e questa è storia: sarebbe la prima volta nella storia italiana in cui il Vaticano e l'Italia, avvalendosi del Concordato, davvero in uno scambio reciproco possano mettere a disposizione l'uno dell'altro gli elementi che hanno a disposizione, per Emanuela, per questa famiglia nonostante siano passati 40 anni».

«Speriamo che la giornata di oggi sia fruttuosa, come auguriamo che tutto il lavoro del promotore possa essere fruttuoso e che questa giornata possa essere presa di grande auspicio per il Senato che deve ancora calendarizzare il voto per la commissione di inchiesta, noi siamo fiduciosi che possa avvenire entro la fine del mese», ha detto ancora la legale della famiglia Orlandi. Nella memoria, ha spiegato l'avv. Sgrò, «abbiamo raccolto un pò di elementi da un pò di tempo a questa parte, sono frutto di un lavoro di indagini difensive, l'abbiamo messa a disposizione del promotore ora tocca a lui fare le indagini adeguate, valutare la fondatezza e la completezza e soprattutto rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Questa mattina abbiamo letto pure che avrebbe trovato delle carte impolverate e questa cosa è bella visto che fino a questo momento il Vaticano ha sempre detto di non avere fascicoli e incartamenti quindi siamo fiduciosi nelle carte impolverate».

 Alla domanda su che indagini potrebbe fare il pm vaticano, la legale ha risposto: «Sicuramente ha a disposizione degli archivi cui noi non abbiamo mai avuto accesso, quindi l'augurio è che questi ventilati dossier di cui si parla da molti anni di fatto possano saltare fuori». «Di fatto ci sono delle persone ancora vive che possono dare il loro contributo, anche questo è molto importante. Certo è vero che il pm vaticano ha giurisdizione soltanto in questo fazzoletto di terra cui la procura di Roma non è mai riuscita ad accedere», ha concluso l'avv. Sgrò. «Attraverso le rogatorie, quindi se il promotore farà come ci auguriamo al meglio il suo lavoro, e lo stato metterà le sue risultanze anche a disposizione della commissione di inchiesta, questa volta un passetto avanti si farà»

 

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