«La Chiesa dialoghi con Salvini» dice il frate dei migranti che attraversa l'Europa a piedi

Fratel Biagio al Parlamento di Bruxelles
Fratel Biagio al Parlamento di Bruxelles
di Franca Giansoldati
Lunedì 4 Novembre 2019, 11:56 - Ultimo agg. 12:51
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Bruxelles – E' arrivato a destinazione dopo 1600 chilometri a piedi, con le dita piagate, sanguinanti, stremato dal freddo, mangiando quello che gli dava la gente per strada. Padre Biagio ha portato a termine la missione, consegnando una lettera nelle mani del Parlamento Europeo. Questo religioso siciliano a metà strada tra San Francesco e Forrest Gump si è messo in cammino perchè teme che l'Europa possa disgregarsi sotto i colpi della mancanza di dialogo e del forte egoismo. Il dialogo è il suo pallino. «E' fondamentale, senza la dimensione del dialogo qualsiasi istituto collassa». 
Il cardinale Ruini dice che bisogna dialogare anche con Salvini..
«Non so cosa abbia detto di preciso Ruini, io viaggio senza nulla, solo con il mio bastone, non ho telefonini, né soldi, né altro. Viaggio con il Vangelo e una croce. Sono però d'accordissimo con Ruini. Sento nel cuore il bisogno di far capire alla gente, alle istituzioni, alle famiglie, ai politici, ai giornalisti, agli imprenditori di tutta Europa che senza il dialogo e l'ascolto reciproco non si va da nessuna parte. Anche la Chiesa deve dialogare. Con il giudizio non si costruisce mai, si può solo demolire. Chi giudica sarà giudicato e bisogna sempre rispondere al male con il bene. Alle provocazioni bisogna rispondere con il bene, anche se non è facile». 
Ma lei ha mai provato a incontrare Salvini?
«Speravo di incontrarlo ma non c'è stato modo. Non mi è stato possibile. Io confido anche in lui e prego anche per lui. Spero che possa aprire il suo cuore e dialogare» 
Lei che in passato ha fatto un digiuno di diverse settimane per impedire l'espulsione di alcuni migranti della sua comunità, mi spiega perchè adesso viaggia in Europa a piedi con questo freddo?
«Perchè i problemi comuni si possono risolvere solo con il dialogo e volevo testimoniarlo con un messaggio, nessuno può pensare di salvarsi da solo, che tutti concorriamo a migliorare la nostra umanità. Non voglio imporre a nessuno il mio pensiero, ma è il dialogo che apre le porte. L'Europa si è sviluppata su un dialogo che ora difetta, sta venendo meno. Il progetto comune è provato, anche se è un progetto bellissimo con un significato profondo. L'Unione allontana le guerre e tanti altri pericoli. Ma l'Unione in questo momento vacilla. I paesi più deboli non sono ascoltati da quelli più forti, prevalgono altre logiche, non si accolgono le voci dei migranti, dei poveri, degli immigrati, degli anziani lasciati soli. Spero di riuscire a toccare uno per uno tutti i Paesi per portare questo segno. Il Vangelo e la richiesta di dialogo, non chiedo altro». 
Lei vuole raggiungere tutti gli altri paesi?
«E' la mia missione. Perche bisogna continuare a sperare e la speranza non può morire. Dopo aver toccato Strasburgo volevo arrivare a Bruxelles e ora, appena mi riprendo perchè ho piaghe profonde ai piedi, mi rimetto in marcia e vado incontro alla gente, porto il messaggio di speranza»
Non le capita per strada di incontrare qualcuno che la prende a sassate?
«Ogni giorno faccio 25 chilometri e incontro tanti volti. Il rischio a volte c'è ma io tiro dritto, prego e rispondo con un sorriso. Non voglio cambiare nessuno, solo testimoniare che c'è la possibilità di un'altra via». 
Perchè si è messo a camminare, da un giorno all'altro, dopo avere fondato una realtà a Palermo che si occupa dei poveri?
«A dire il vero ho iniziato a camminare dopo un viaggio a Lourdes. Avevo avuto il crollo delle vertebre e una neuropatia. Ho rischiato che mi amputassero le gambe. A Lourdes ho ritrovato energie che ritenevo sopite»
Un miracolato...
«Non so come se chiamarlo miracolo, ma da allora ho iniziato a camminare e finora ho coperto 14 mila chilometri.

Ho pensato che questo era un segno per incontrare la gente, per fare scoprire loro che esiste la speranza, e così mi sono fatto migrante tra i migranti, povero tra i poveri, solo e in compagnia del mio Vangelo. La mia vita è così da quattro anni e porto gioia a chi incontro». 

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