Vaticano, troppe infiltrazioni e umidità nel Palazzo Apostolico: ultimo danno alla Sala Sobieski

Vaticano, troppe infiltrazioni e umidità nel Palazzo Apostolico: ultimo danno alla Sala Sobieski
di Franca Giansoldati
Mercoledì 21 Aprile 2021, 10:31 - Ultimo agg. 19:56
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Città del Vaticano – L'ultimo episodio clamoroso risale a qualche giorno fa. La fuoriuscita di larghe chiazze di umidità (forse proveniente da caditoie non perfettamente pulite) nella Sala Sobieski, a ridosso di antichi affreschi. Il fragile e preziosissimo palazzo apostolico dove ha sede il governo della Chiesa è da tempo al centro di preoccupazioni: diversi episodi relativi al suo stato di conservazione nell'arco di un paio d'anni si sono accumulati  inspiegabilmente incrementando l'ansia per lo stato di conservazione di strutture antiche e bisognose di continui e costanti monitoraggi. In Segreteria di Stato si stanno chiedendo cosa fare e, soprattutto, perché si stanno verificando tanti problemi. A cominciare dal tetto della Sala Regia che sembra sia infiltrato di umidità e che per questo è al centro di un esame approfondito. A questo si aggiunge anche il restauro flop del Cortile della Pigna che presenta già evidenti (e visibili) grattacapi dopo poco più di un anno.

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Probabilmente è a seguito dell'ennesimo forte temporale che l'infiltrazione d'acqua ha interessato gli ambienti della sala Sobieski, un ambiente dal quale si accede alla sala dell'Immacolata fatta affrescare da Pio IX a Francesco Podesti e che, a sua volta, introduce successivamente all'appartamento di Giulio II affrescato da Raffaello. Il muro della Sala Sobieski, in uno dei piani della Torre Borgia, è stato ritrovato vistosamente bagnato a partire dall'angolo in alto del soffitto, a poco meno di un metro da uno dei tanti capolavori che ornano la sala. 

Qualche mese fa aveva, invece, aveva seminato il panico il distacco in più punti di diversi frammenti degli stucchi della spettacolare volta a botte della Sala Regia.

Queste parti distaccate si sono sbriciolate andandosi a schiantare sul suolo. La sala in questione è un altro capolavoro situato nel cuore del Palazzo Apostolico ed è interamente affrescata da Vasari. Quell'episodio è stato il campanello d'allarme che ha fatto intervenire la Segreteria di Stato decisa a capire meglio in cosa consisteva il danno e che tipo di segnali prospettava per la conservazione dell'edificio. Gli esperti inviati in loco per una serie di sopralluoghi si sono accorti che anche le antiche capriate di legno (che da secoli sorreggono il tetto del Palazzo Apostolico) potrebbero essersi danneggiate a causa della umidità. Tutto è in via di verifica grazie ai ponteggi esterni che sono stati allestiti.

La ipotesi si concentra sullo stato del tetto che potrebbe essere stato alterato dalla eccessiva umidità ristagnata, forse per la mancata pulizia periodica delle caditoie. Di conseguenza sono partiti subito altri controlli e, proprio in questo periodo, la sala Regia (dove normalmente vengono ricevuti gli ambasciatori per il discorso di auguri di inizio anno) ospita impalcature esterne piuttosto ingombranti sebbene necessarie ad effettuare una esaustiva valutazione. 

I problemi della umidità riguardano però anche altre sale. Alcuni mesi fa circolavano video di perdite d'acqua direttamente nel museo dove sono esposte statue romane. 


Naturalmente in Vaticano nessuno vuole parlare di questa delicata situazione anche se tra gli addetti ai lavori, persino esterni, le immagini sui danni evidenti continuano a circolare e sono fonte di stupore.

A gennaio, invece, due pezzi di travertino si sono staccati improvvisamente sopra il cornicione del Cortile della Pinacoteca andandosi a schiantare sul selciato senza danni alle persone. Meno male che in quel periodo non c'erano turisti, i Musei Vaticani erano chiusi per via della pandemia, altrimenti ci sarebbe stato il rischio che potessero finire in testa a qualche malcapitato turista di passaggio. Anche in questo caso i pezzi di travertino, del peso di alcuni chilogrammi, si sarebbero distaccati probabilmente a causa della umidità e della pioggia caduta abbondantissima. 

Per finire la lunga lista dei disastri annunciati persino il restauro del magnifico cortile della Pigna: un restauro che è stato recentemente bloccato. I lavori si sono fermati all'ultima facciata, che è ancora da finire. La ristrutturazione sembra sia stata sospesa sine die poiché le altre tre facciate rifatte, in alcuni punti, mostravano già problemi riguardo l'umidità, ben visibili ad occhio nudo. I lavori erano stati avviati nel 2015 e prevedevano non solo il consolidamento e le pitture con tinte naturali realizzate con terra, latte vaccino e calce ma anche interventi capaci di assorbire l'umidità grazie ai materiali utilizzati, secondo una ricetta antica di secoli. La malta antica (vecchia di almeno 100 anni) in alcuni punti è stata mantenuta e ridipinta, nella fascia alla base della faciata, di un bel colore ocra. Tra lo strato di colore nuovo e la vecchia malta forse vi è stata una reazione imprevista alla umidità tanto da iniziare a spellicolare il colore, già nell'argo di un anno. 

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