Il Natale gramo di Betlemme, contagiato anche il Patriarca Pizzaballa: «In quarantena»

Il Natale gramo di Betlemme, contagiato anche il Patriarca Pizzaballa: «In quarantena»
Il Natale gramo di Betlemme, contagiato anche il Patriarca Pizzaballa: «In quarantena»
di Franca Giansoldati
Martedì 15 Dicembre 2020, 19:11 - Ultimo agg. 19:40
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Gerusalemme – Il Natale a Betlemme quest'anno sarà spoglio, niente turisti, le botteghe artigiane chiuse da mesi così come i confini mentre il Covid continua a viaggiare veloce e non guarda in faccia nessuno. Persino il nuovo Patriarca, l'arcivescovo bergamasco Pierbattista Pizzaballa è stato contagiato assieme ad altri sei francescani della Custodia di Terra Santa. Tutti positivi.  «Siamo tutti in quarantena e nessuno è grave», racconta in una videoconferenza. «Purtroppo nessuno sa quando tutto questo potrà finire e quando qui in Terra Santa potremo riprendere una vita normale. Posso dire che ci sono tantissime famiglie di cristiani che non arrivano più alla fine del mese. Erano persone che vivevano soprattutto di turismo. La pandemia ha risvolti economici drammatici per il tessuto sociale». 

La vaccinazione da voi quando inizierà?

«Israele ha pianificato tutto dopo le feste di Natale.

Il piano per l'immunizzazione è stabilito». 

Lei si vaccinerà?

«Certamente, anche se sarò uno degli ultimi, visto che avendo preso il Covid mi sono formato già gli anticorpi».

Ci sono sacerdoti o religiosi no-vax che non vogliono vaccinarsi?

«Non saprei, al momento non ho sentito nulla a tal proposito. Non penso».

Riuscirete a fare la messa a Betlemme quest'anno?

«La tradizione non si tocca ma si farà in forma ridottissima e non si sa ancora l'orario. Stavolta non ci saranno certamente le autorità e non sappiamo nemmeno quante persone saranno ammesse. Stiamo discutendo per venirne a capo. Di sicuro faremo un Natale stringato e ridotto. In questi giorni si riparla anche in un altro lockdown». 

Quando potrebbero riprendere i pellegrinaggi secondo lei?

«Difficile fare previsioni. Ci vorrà tempo. Forse almeno un anno se va bene. Questo è per tutti un periodo complicatissimo. Penso che non era così nemmeno quando c'era la seconda intifada, perche almeno all'epoca le chiese erano aperte e si poteva andare a pregare normalmente. Stavolta i risvolti economici sono pesantissimi. La gente poi ha paura e i tempi per la vaccinazione sono lunghi». 

Recentemente c'è stato un atto vandalico in una chiesa a Gerusalemme da parte di un ebreo ultra ortodosso...

«Putroppo questi atti sono ciclici e si ripetono. L'orientamento politico di Israele che va verso destra rende sempre meno scontato il rapporto con i cristiani, poiché gli ebrei ultra ortodossi faticano a capire il mondo cristiano e questo complica un po' le cose». 

Cosa pensa che cambierà in Israele con l'inizio della presidenza Biden?

«Non credo che la nuova amministrazione americana sia diversa dalla precedente. Certo ci sarà sicuramente uno stile diverso, basta solo sentire il discorso che ha fatto stamattina Biden: ha citato il Vangelo e la preghiera di San Francesco. Ma un ripensamento sulle decisioni già prese dalla amministrazione precedente non arriverà. Le questioni acquisite rimangono».

Il Papa ha annunciato che a marzo andrà in Iraq...

«Un bel gesto sicuramente, di solidarietà verso i cristiani. Non so però come costruiranno questa visita visto che in Iraq la pandemia si sta sviluppando veloce e a marzo non saranno vaccinati». 

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