Città del Vaticano - Da sette anni, con discrezione, c'è una associazione cattolica che si chiama Nazarat e che ha creato in diverse città italiane una rete per sensibilizzare (credenti e non credenti) sulle persecuzioni in atto contro i cristiani.
Nazarat è una traslitterazione della parola araba che inizia con la lettera Nun e che significa “nazareno”. Proprio con questa lettera sono state contrassegnate le case dei cristiani in Iraq e in Siria dai terroristi islamici delimitando le aree da espropriare, perseguitare, violentare.
Il network è nato a Rimini da un gruppo di amici, sette anni fa, proprio mentre l'Isis scatenava le sue offensive tra Iraq e Siria conquistando Mosul. Il Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati, riunito informalmente, si propose di fare un gesto di preghiera pubblico che continuasse nel tempo, senza programmi, finché fosse necessario e da allora ogni giorno 20 del mese - data scelta convenzionalmente - in orario serale si raduna: Rimini, Cremona, Ravenna, Milano Savona, Lugano, Loreto Perugia, Cesena, Siena, Udine.
Il numero delle città è destinato ad allargarsi ancora. L'interesse è crescente. L'incontro consiste in una preghiera pubblica comune, seguita dall'ascolto di una testimonianza e la raccolta di denaro per sostenere i cristiani perseguitati. Anche Papa Francesco ovviamente ha aderito. I soldi sono sempre stati distribuiti direttamente ai destinatari degli aiuti finanziando famiglie in Siria, parrocchie ad Aleppo, conventi a Damasco, ristrutturando case distrutte.