L'omelia sovranista del parroco anti-migranti nel Frusinate, il vescovo lo sconfessa

L'omelia sovranista del parroco anti-migranti nel Frusinate, il vescovo lo sconfessa
Sabato 17 Agosto 2019, 18:32 - Ultimo agg. 18 Agosto, 08:03
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Predica choc di un prete durante le celebrazioni per la festa di San Rocco. Il parroco di Sora, cittadina del frusinate, don Donato Piacentini, si è scagliato contro i migranti e chi li soccorre. Parole pesanti accolte da reazioni contrastate dai fedeli alla messa, tra contestazioni ma anche qualche applauso. Immediata è stata la reazione del vescovo della diocesi, monsignor Gerardo Antoniazzo, che ha preso le distanze dal prete anti-migranti ribadendo la linea dell'accoglienza. Linea richiamata anche oggi da Papa Francesco nel messaggio al Meeting di Rimini: «Pensiamo alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà: prima che numeri, sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo, specialmente quando la cultura dello scarto emargina, discrimina e sfrutta, minacciando la dignità della persona», sottolinea il pontefice.
 


L'omelia sovranista si è svolta ieri durante una messa per le celebrazioni di San Rocco. Don Piacentini si è scagliato contro i migranti e le ong con queste parole: «Vanno a soccorrere persone che hanno telefonini o catenine al collo e che dicono di venire dalle persecuzioni. Ma quali persecuzioni? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, la nostra patria. Guardiamo le persone accanto, che hanno bisogno e quante ne ho conosco io, sono tante, tantissime, una marea che si vergognano del loro stato di vita».

Il vescovo lo ha subito sconfessato. La diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, in un comunicato ufficiale, parla di «discutibili scelte personali» ricordando quanto invece sottolineato dallo stesso vescovo nella sua omelia per la festa di San Rocco, ovvero che «uno dei cardini fondamentali» del Vangelo «è la scelta prima gli altri» ribadendo dunque l'impegno, con la Caritas, per l'accoglienza dei migranti. Il vescovo ricorda che la diocesi, soprattutto attraverso la Caritas, è «sempre impegnata nell'accoglienza e nel servizio amorevole delle antiche e nuove forme di povertà.

Tale accoglienza è stata rivolta in particolare agli immigrati giunti sul nostro territorio, in perfetta collaborazione con la prefettura di Frosinone, con le istituzioni civili locali, con le associazioni di volontariato impegnate nel processo di integrazione».
E dunque «qualunque pensiero in senso contrario espresso da chiunque non esprime la volontà della Chiesa diocesana, si deve addebitare esclusivamente a discutibili scelte personali di ogni singolo soggetto».

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