Roma, i silenzi di Papa Bergoglio sul degrado: «Bisogna combattere la sfiducia»

Papa Francesco e la sindaca Raggi a piazza di Spagna davanti alla Madonna
Papa Francesco e la sindaca Raggi a piazza di Spagna davanti alla Madonna
di Franca Giansoldati
Lunedì 9 Dicembre 2019, 10:06 - Ultimo agg. 12:42
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Papa Francesco ha raccolto lo sconforto dei romani e lo ha trasformato in una preghiera alla Madonna. Solo lei è in grado di proteggere «tutti coloro che, in questa città e nel mondo intero, sono oppressi dalla sfiducia». Ieri pomeriggio in piazza Mignanelli, sotto la colonna di marmo fatta erigere da Pio IX per la proclamazione del dogma dell'Immacolata, è stata letta da Francesco una riflessione scritta di suo pugno per il tradizionale omaggio dell'otto dicembre. La città potrà migliorare solo se verranno toccati i cuori delle persone. «Se questo avviene dentro le persone, come cambia il volto della città! Nei piccoli gesti e nelle grandi scelte, i circoli viziosi si fanno a poco a poco virtuosi, la qualità della vita diventa migliore e il clima sociale più respirabile», ha affermato.
Stavolta il Papa non ha voluto menzionare niente che avesse a che fare con il degrado, il decoro, il visibile deterioramento della vita nei quartieri o il tracollo delle periferie come aveva fatto, invece, negli anni passati. Nelle sue parole hanno pesato più i silenzi che non le denunce forse per non mettere in difficoltà la sindaca Virginia Raggi, già pesantemente criticata dai romani per la paralisi che la sua amministrazione ha portato alla capitale.

Il Papa si è concentrato solo su temi spirituali insistendo su alcuni concetti. Tanto per cominciare che solo la potenza del Signore riesce a «spezzare le catene del male, liberare dalle dipendenze più accanite, sciogliere dai legami più criminosi, intenerire i cuori più induriti». Mentre leggeva la preghiera accanto a lui c'erano le due figure istituzionali di riferimento della Roma civile e della Roma spirituale, il cardinale Angelo De Donatis, vicario della diocesi e la sindaca Virginia Raggi che ha salutato affettuosamente alla fine della lettura, dopo la deposizione del mazzo di rose ai piedi della statua della Vergine.
Un momento cordialissimo: una stretta di mano e due battute, così come quello riservato a Nicola Zingaretti, presidente della Regione. Entrambi inseriti in un baciamano dedicato alle autorità, una decina di persone in tutto. Il minimo indispensabile perché Francesco ha chiesto di avere più tempo possibile da dedicare ai malati che aspettavano da ore in carrozzina, al freddo.

Ed è con loro che ha trascorso i momenti più sciolti e commoventi della festa, abbracciando anziani, disabili, bambini, fermandosi a scherzare con un gruppo di suore, stringendo mani, accarezzando volti, impartendo benedizioni. Prima di salire in auto e tornare in Vaticano Francesco si è accorto che in un angolo della piazza c'era un gruppo di militari spagnoli della Guardia Civil. Una soldatessa gli ha mostrato il copricapo dell'uniforme spagnola che il Papa ha indossato sopra lo zucchetto. «Sono contento di vedervi qui», ha detto divertito. La sindaca Raggi dopo essersi intrattenuta a parlare fitto con il cardinale De Donatis si è avviata alla ambasciata di Spagna perché invitata dalla ambasciatrice a prendere una cioccolata calda.
 
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