Caso Becciu, Parolin: «nei prossimi giorni si capirà se si andrà a processo o si archivierà»

Caso Becciu, Parolin: «nei prossimi giorni si capirà se si andrà a processo o si archivierà»
Caso Becciu, Parolin: «nei prossimi giorni si capirà se si andrà a processo o si archivierà»
di Franca Giansoldati
Sabato 3 Ottobre 2020, 12:57 - Ultimo agg. 20:12
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Città del Vaticano – Il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin con una importante dichiarazione fatta a Milano, ad un convegno sulla Cina, ha anticipato ai giornalisti che nei prossimi giorni l'inchiesta sui fondi vaticani farà un passo in avanti. E si capirà se i magistrati in totale autonomia decideranno di rinviare a giudizio oppure archiviare la questione che è già costata la testa al prefetto delle Cause dei Santi, Becciu e il licenziamento di 6 persone. «I prossimi passi sono l'inchiesta giudiziaria, che e' in corso, e che avra' il suo cammino. Immagino che prima o dopo i giudici prenderanno una decisione su cosa fare, se il rinvio a giudizio o l'archiviazione».

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Parolin ha aggiunto che «quello che si può fare e' appoggiare cordialmente le riforme che Papa Francesco sta portando avanti nella Chiesa» facendo allusione alla trasparenza nella gestione finanziaria.

Il cardinale ha parlato del lavoro che stanno facendo gli inquirenti. «E' un ambito riservato strettamente alla magistratura sul quale noi non entriamo. Per il futuro credo che la linea sia quella indicata dal Papa: correttezza e trasparenza nella gestione delle finanze. Il Santo Padre, oltre ad indicare questa linea si sta dotando, sia per la Curia Romana, sia per lo Stato della Città' del Vaticano, di organismi che permetteranno concretamente di implementare queste linee guida che lui ha dato. La centralizzazione degli investimenti e la gestione unitaria delle risorse e i controlli maggiori che gia' sono stati introdotti dal 2013 con la costituzione dei vari organismi».

Nei giorni scorsi Parolin era intervenuto nuovamente sulla vicenda di Becciu e parlando con i giornalisti aveva chiarito che l'inchiesta in corso non aveva niente a che vedere con la questione di Pell, il cardinale australiano in questi giorni a Roma per svuotare il suo appartamento nella Città Leonina dopo avere trascorso due anni fuori, in Australia. L'ex zar dell'economia aveva dovuto lasciare l'incarico in Vaticano per far fronte ad un processo che lo vedeva imputato con l'accusa di pedofilia. Condannato nei due gradi di giudizio e finito in carcere, Pell è poi stato scagionato da ogni imputazione dall'Alta Corte. Uscendo dalla cella, riacquistando la libertà, il cardinale aveva fatto capire che a suo giudizio era stato incastrato con false testimonianze.

Pochi giorni fa ha diffuso un comunicato sulla punizione inflitta dal Papa al cardinale Becciu congratulandosi con Bergoglio e augurandosi che la sua decisione di pulire «le stalle del Vaticano» potesse arrivare a ripulire anche «quelle di Victoria», facendo riferimento allo Stato australiano di Victoria dove è avvenuto il processo che lo ha portato a scontare ingiustamente 500 giorni di carcere. 

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