Il Papa apre il Sinodo e si commuove: «I profeti di sventura non riusciranno a soffocarci»

Il Papa apre il Sinodo e si commuove: «I profeti di sventura non riusciranno a soffocarci»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 3 Ottobre 2018, 11:39 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 01:45
3 Minuti di Lettura

Città del Vaticano – In una piazza San Pietro un po' sguarnita, Papa Francesco ha aperto il sinodo dedicato ai giovani. Durante l'omelia, mentre annunciava la presenza sulla piazza dei due vescovi cinesi (che per la prima volta sono potuti arrivare a Roma grazie all'accordo raggiunto con il governo comunista di Pechino), si è commoso. La sua voce è parsa quasi incrinarsi. Il Papa ha fermato per qualche secondo la lettura dei due fogli che teneva in mano. La presenza di quei due vescovi segna un passo tanto importante quando divisivo: non tutti, infatti, nella Chiesa vedono positivamente l'accordo diplomatico firmato la scorsa settimana, ritenendolo forse un azzardo per le comunità cattoliche ancora perseguitate.

Papa Francesco ai padri sinodali (oltre duecento arrivati da tutto il mondo) ha chiesto di avere il coraggio di ascoltare la voce dei giovani, le loro attese, i loro sogni ed essere lungimiranti, andando anche oltre i confini dettati dal «si è sempre fatto così». «Che lo Spirito ci dia la grazia» di «essere memoria operosa, viva, efficace, che di generazione in generazione non si lascia soffocare e schiacciare dai profeti di calamità e di sventura né dai nostri limiti, errori e peccati, ma è capace di trovare spazi per infiammare il cuore e discernere le vie dello Spirito». Il Papa nell'omelia della messa è anche sembrato fare un indiretto riferimento a quella parte della Chiesa che frena le riforme. Pio si è pregato in cinese, in spagnolo, in arabo e poi per i governanti affinchè difendano la vita di tutte le persone.

«Cominciamo un nuovo incontro ecclesiale capace di allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un orizzonte di senso e di vita» ha aggiunto, chiedendo di rompere il conformmismo del «si è sempre fatto così», «che ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano. La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi». Un appello alla tentazione di cadere in posizioni eticistiche o elitarie, come pure dall’attrazione per ideologie astratte che non corrispondono mai alla realtà della nostra gente.

Ai giovani ha quasi gridato di avere il coraggio di andare avanti «Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate di dare libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!». Ai giovani ha riletto un passaggio del Concilio e le parole del poeta Holderlin: «L’uomo mantenga quello che da bambino ha promesso»




 

© RIPRODUZIONE RISERVATA