Papa Francesco difende il documento sull'Islam, aiuta a evitare lo scontro con i cristiani

Papa Francesco difende il documento sull'Islam, aiuta a evitare lo scontro con i cristiani
di Franca Giansoldati
Mercoledì 6 Febbraio 2019, 12:07 - Ultimo agg. 12:08
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Città del Vaticano - Papa Francesco all’udienza generale, nell’aula Paolo VI, ritorna sul viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti. Ai fedeli spiega che è un Paese divenuto «un crocevia tra Oriente e Occidente, un’oasi multietnica e multireligiosa, un luogo adatto per promuovere la cultura dell’incontro» poi difende il documento firmato con il leader musulmano di Al Azhar, la massima autorità sunnita, l'Imam Al Tayyeb. Nel mondo cattolico il testo è già al centro di pesanti critiche per non avere difeso l'identità cristiana e avere sorvolato sulle persecuzioni contro i cristiani.

Lo spirito di questo testo che verrà diffuso nei centri teologici islamici, spiega è il Papa, è utile in un’epoca «in cui è forte la tentazione di vedere in atto uno scontro tra le civiltà cristiana e quella islamica. Abbiamo voluto dare un ulteriore segno, chiaro e deciso, che invece è possibile incontrarsi, è possibile rispettarsi e dialogare».

Papa Francesco mette a fuoco il senso della visita. «Un Viaggio breve ma molto importante che, riallacciandosi all’incontro del 2017 ad Al-Azhar, in Egitto, ha scritto una nuova pagina nella storia del dialogo tra Cristianesimo e Islam e nell’impegno di promuovere la pace nel mondo sulla base della fratellanza umana».

Il viaggio apostolico, il primo di un pontefice nella penisola arabica, ha avuto luogo a 800 anni dalla visita di san Francesco al sultano al-Malik al-Kamil. Papa Francesco confessa che nei giorni ad Abu Dhabi ha pensato spesso ai tempi in cui il santo di Assisi parlava ai frati che andavano dai saraceni, in un'epoca dove si organizzavano crociate. «Mi aiutava a tenere nel cuore il Vangelo l’amore di Gesù Cristo, mentre vivevo i vari momenti della visita; nel mio cuore c’era il Vangelo di Cristo, la preghiera al Padre per tutti i suoi figli perché «il dialogo tra il Cristianesimo e l’Islam sia fattore decisivo per la pace nel mondo». 









 
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