Il Papa: «Non voglio lavoro nero e precariato in Vaticano»

Il Papa: «Non voglio lavoro nero e precariato in Vaticano»
di Franca Giansoldati
Giovedì 21 Dicembre 2017, 13:52 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 16:16
3 Minuti di Lettura
Città del Vaticano  - Anche in Vaticano esiste il problema del lavoro precario e del lavoro nero. Nessuno è perfetto. A denunciarlo, per paradossale che sia, è stato il Papa stamattina, parlando a braccio ai dipendenti laici che con le loro famiglie erano nell'Aula Paolo VI per i tradizionali auguri di Natale. «C'è anche un problema, parlando in Vaticano, di lavoro. I lavoratori precari: mi è stato chiesto aiuto per i lavoratori precari. Io ripeto quello che ho già detto: non voglio lavoro in nero in Vaticano e ho anche detto che non bisogna lasciare nessuno senza lavoro a meno che ci sia un accordo e un'alternativa valida. Per me è un problema di coscienza: non possiamo predicare la dottrina della Chiesa e avere in casa questi problemi. Per risolvere questi problemi serve l'aiuto di tutti».

Dove si trovino i casi di precariato Bergoglio non lo ha detto e in Vaticano hanno tutti le bocche cucite. Forse per paura. Si sussurra che si trovino in qualche pontificio consiglio in via di accorpamento. Il tema resta davvero spinoso anche perché la riforma della curia e la fusione di vari dicasteri prevista dal Papa per contenere i costi, sta causando un po' di smottamenti. Tanti lavoratori hanno manifestato timore di tagli o prepensionamenti, ma sempre in via riservata, senza dichiarazioni pubbliche, né ipotesi di class action. Del resto di sindacati in Vaticano non c'è l'ombra, a parte una associazione che si chiama Adlv (associazione dipendenti laici vaticani) nata ai tempi di Papa Wojtyla, quando prese corpo l'Ulsa, il tribunale del lavoro. L'Adlv per un certo periodo di tempo pubblicò persino un bollettino contenente riflessioni sull'argomento ma poi non ha più avuto tanto seguito.

L'Ulsa - Ufficio del lavoro della Sede Apostolica - invece, si è persino dotata di una app che però non sembra offrire molte indicazioni sulle cause di lavoro finora affrontate, né sull'attività finora svolta. Fornisce invece numeri di telefono interni, i parametri per andare in pensione o per attivare l'assicurazione in caso di infortuni. Nel corso del 2016 sono state affrontate solo 6 cause di lavoro.

Quando è stato eletto Papa Bergoglio i cardinali elettori hanno fatto presente la necessità di rivedere il peso economico dei lavoratori che in Vaticano sono circa 4 mila (di cui 2600 laici). Il Papa ha rassicurato ancora una volta i suoi dipendenti: «Il lavoro è la vostra strada di santità, felicità, di portare avanti la propria vita con soddisfazione perché il lavoro ci da dignità e la sicurezza del lavoro ci da la dignità. Non faccio nomi ma qui in Italia ci sono ditte importanti che sono a rischio e vogliono razionalizzare il lavoro, quindi congedare 3/4000 persone e questo è brutto perché così si toglie dignità.  Questo problema riguarda sia il Vaticano, che l'Italia che il mondo intero».

Infine il Papa ha chiesto scusa perché non sempre i preti che lavorano in Vaticano danno «il buono esempio e sto parlando della fauna clericale, ci sono sbagli, peccati, ingiustizie che noi chierici compiamo: io chiedo perdono per tutti questi esempi non buoni. Anche io chiedo perdono a voi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA