Caro Papa mi aiuti, mamma Ginevra non vede la figlia Arianna da 9 anni e porta il caso in Vaticano

Il papa durante una udienza circondato da bambini
Il papa durante una udienza circondato da bambini
di Franca Giansoldati
Mercoledì 13 Novembre 2019, 14:24 - Ultimo agg. 15:49
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Città del Vaticano – A Ginevra, mamma sfortunatissima e coraggiosa, non le resta altro che scrivere a Papa Francesco per chiedergli aiuto. Una straziante lettera aperta che fa accapponare la pelle. 



«Mi chiamo Ginevra Amerighi, ho 46 anni, sono un’insegnante di scuola elementare che vive sull'isola di Lipari dove insegno ai bambini dell'isola. Sono la mamma della piccola Arianna, una bambina di 10 anni che non vedo da nove anni”. La signora spiega che sono stati nove anni di strazio inumano per non avere mai potuto vedere “nemmeno una volta, nemmeno in fotografia, la sua bambina”. Non le posso nemmeno telefonare perchè me lo vieta una sentenza del Tribunale dei minori di Roma. Nonostante abbia due lauree di cui una in pedagogia non sarei idonea, secondo la perizia di una psichiatra che mi attribuisce tratti di personalità istrionica, a fare la mamma». 

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Tutto inizia 10 anni fa a Roma, in un quartiere residenziale. Al centro delle vicende c'è il suo ex compagno, un uomo ricchissimo e violento che la picchiava anche quando allattava la neonata e che per questo viene anche condannato per lesioni dal tribunale. Un aspetto che non è stato considerato in alcun modo  dal tribunale dei Minori quando ha deciso di togliere la potestà genitoriale a Ginevra. «Mi hanno vietato di vedere la mia bambina che vive con il padre, dalla tenerissima età di 18 mesi, nonostante il mio ex compagno sia stato condannato per percosse quando Arianna era piccola e la allattavo».


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Cosa può avere fatto Ginevra di tanto grave da meritare una sentenza tanto severa? «La mia unica colpa è di averlo denunciato per le violenze, senza sapere che anche le sue due mogli precedenti lo avevano denunciato. Dopo l’ennesimo episodio di botte in presenza della bambina che aveva solo 40 giorni, ho chiesto aiuto alla polizia e ho cercato riparo per me e la piccola presso l’abitazione dei miei genitori. Così lui ha cominciato ad organizzarsi per togliermi la bambina. E c'è riuscito».

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«Da allora caro Papa Francesco la mia vita è diventata un inferno. Visto che non eravamo sposati è intervenuto il tribunale per i minori di Roma. E' così iniziato un percorso kafkiano pieno di lacune e di strane anomalie. Il 23 marzo 2011, due mesi prima che avesse termine la perizia disposta dal giudice, inaspettatamente, senza che ci sia mai stata udienza, senza alcun motivo, con una crudeltà inaudita, senza che neanche il provvedimento fosse stato firmato dal Pm, arrivano a casa dei miei genitori in 14 (quattordici) tra polizia carabinieri, autombulanze e 8 assistenti sociali. E' in quel modo che mi viene strappata Arianna per affidarla al padre violento».

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La perizia sulla signora Ginevra in quel momento non era ancora stata fatta, si sarebbe conclusa solo in seguito con la descrizione di una donna con tratti istrionici di personalità. La perizia psicologica però, come verrà appurato in seguito dai legali di Ginevra, è priva dei test necessari. Per farla breve da quel momento la potestà genitoriale viene sospesa e a Ginevra viene vietato ogni contatto con la bambina. 

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Nel frattempo gli assistenti sociali dopo i primi tre mesi dalla sottrazione della piccola Arianna di fatto «smettono di monitorare la situazione perché non ricevono ordine dal giudice. Nessuno sa più nulla di mia figlia, al tribunale il mio avvocato continua a mandare istanze che rimangono tutte senza risposta».

«Da allora è calato il silenzio e io non ho più avuto alcun contatto con mia figlia.

L'unica cosa che mi resta è pregare Dio, cercare aiuto in chi può farlo e aspettare che Arianna compia 18 anni. Vedrà che ha una mamma che la ama più della sua vita e non ha mai smesso di lottare per riabbracciarla. Santità la prego mi aiuti».

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