L'allarme del Papa: «Con il multilateralismo in crisi, rischi di un conflitto mondiale»

L'allarme del Papa: «Con il multilateralismo in crisi, rischi di un conflitto mondiale»
di Franca Giansoldati
Lunedì 7 Gennaio 2019, 11:24 - Ultimo agg. 16:15
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Città del Vaticano – Il multilateralismo è in serio pericolo, crescono gli interessi di pochi ai danni di molti, si sta perdendo per strada la memoria di quello che accadde alla vigilia della primo conflitto mondiale quando l'allora Società delle Nazioni tentò inutilmente di sottrarre le relazioni reciproche alla logica della sopraffazione. Un fallimento che avrebbe poi condotto alla guerra. Papa Francesco se in passato aveva sintetizzato in una battuta che «siamo alla terza guerra mondiale fatta a pezzi», stamattina parlando agli oltre 180 ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ha tratteggiato un orizzonte potenzialmente denso di rischi per tutti. Non ha mancato poi di ritornare sul tema delle migrazioni, ricordando la deludente conclusione del Global Compact (che a Marrakesh il mese scorso non è stato siglato da tanti Stati, tra cui l'Italia) e il bisogno di un approccio al fenomeno meno parziale: «si facilitino le misure che permettono l'integrazione sociale nei Paesi di accoglienza. Occorre poi che ci si adoperi perché le persone non siano costrette ad abbandonare la propria famiglia e nazione, o possano farvi ritorno in sicurezza e nel pieno rispetto della loro dignità e dei loro diritti umani».

MULTILATERALISMO COL FIATO CORTO- «Premessa indispensabile del successo della diplomazia multilaterale – ha detto il Papa - sono la buona volontà e la buona fede degli interlocutori, la disponibilità a un confronto leale e sincero e la volontà di accettare gli inevitabili compromessi che nascono dal confronto tra le Parti. Laddove anche uno solo di questi elementi viene a mancare, prevale la ricerca di soluzioni unilaterali e, in ultima istanza, la sopraffazione del più forte sul più debole (…) Ritengo dunque importante che anche nel tempo presente non venga meno la volontà di un confronto sereno e costruttivo fra gli Stati, pur essendo evidente come i rapporti in seno alla comunità internazionale, e il sistema multilaterale nel suo complesso, stiano attraversando momenti di difficoltà, con il riemergere di tendenze nazionalistiche, che minano la vocazione delle Organizzazioni internazionali ad essere spazio di dialogo e di incontro per tutti i Paesi. Ciò è in parte dovuto a una certa incapacità del sistema multilaterale di offrire soluzioni efficaci a diverse situazioni da tempo irrisolte. In parte, è il risultato dell’evoluzione delle politiche nazionali, sempre più frequentemente determinate dalla ricerca di un consenso immediato e settario, piuttosto che dal perseguimento paziente del bene comune con risposte di lungo periodo. In parte, è pure l’esito dell’accresciuta preponderanza nelle Organizzazioni internazionali di poteri e gruppi di interesse che impongono le proprie visioni e idee, innescando nuove forme di colonizzazione ideologica, non di rado irrispettose dell’identità, della dignità e della sensibilità dei popoli».

CINA – Papa Francesco offre una visione positiva dell’Accordo siglato tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi. Nel discorso scansa prudentemente di elencare i problemi che in questi mesi in diverse regioni sono emersi. Preferisce concentrarsi sulla volontà di riconciliazione e sul rinnovato slancio di evangelizzazione. «Si auspica che il prosieguo dei contatti sull’applicazione dell’Accordo provvisorio contribuisca a risolvere le questioni aperte e ad assicurare quegli spazi necessari per un effettivo godimento della libertà religiosa».

GOVERNI - «Alla politica è richiesto di essere lungimirante e di non limitarsi a cercare soluzioni di corto respiro. Il buon politico non deve occupare spazi, ma avviare processi; egli è chiamato a far prevalere l’unità sul conflitto».

UCRAINA – Un ampio paragrafo del discorso al corpo diplomatico Francesco lo ha riservato all'Ucraina dove si sta consumando una crisi politica con la Russia aggravata dallo scisma ortodosso che vede contrapposti il Patriarcato di Mosca a quello di Kiev, ampiamente sostenuto dagli Stati Uniti. In questa contesa il Papa cerca di mantenere una posizione terza. «A causa del conflitto che in Ucraina perdura da quasi cinque anni e che ha avuto alcuni recenti preoccupanti sviluppi nel Mar Nero (…) si è cercato di venire incontro, in modo concreto, alle prime necessità degli abitanti dei territori colpiti, che sono le prime vittime della guerra. La Chiesa e le sue varie istituzioni proseguiranno questa loro missione, nell’intento di attirare una maggiore attenzione anche su altre questioni umanitarie, tra cui quella riguardante la sorte dei prigionieri, tuttora numerosi. Col proprio operato e la vicinanza alla popolazione, la Chiesa cerca di incoraggiare, direttamente e indirettamente, percorsi pacifici per la soluzione del conflitto, percorsi rispettosi della giustizia e della legalità, compresa quella internazionale, fondamento della sicurezza e della convivenza nell’intera regione».

ISLAM – I rapporti con il mondo islamico sono al centro del 2019. Papa Francesco elenca le sue due prossime tappe internazionali: il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti. «Si tratterà di due importanti opportunità per sviluppare ulteriormente il dialogo inter-religioso e la reciproca conoscenza fra i fedeli di entrambe le religioni, nell’ottavo centenario dello storico incontro tra san Francesco d’Assisi e il sultano al- Malik al-Kāmil».

CORSA AGLI ARMAMENTI - «Purtroppo, duole constatare che non solo il mercato delle armi non sembra subire battute d’arresto, ma anzi che vi è una sempre più diffusa tendenza ad armarsi, tanto da parte dei singoli che da parte degli Stati. Preoccupa specialmente che il disarmo nucleare, ampiamente auspicato e in parte perseguito nei decenni passati, stia ora lasciando il posto alla ricerca di nuove armi sempre più sofisticate e distruttive».

SPERANZE PER L'ITALIA - «In questa ricorrenza, assicuro al popolo italiano una speciale preghiera affinché, nella fedeltà alle proprie tradizioni, mantenga vivo quello spirito di fraterna solidarietà che lo ha lungamente contraddistinto».


 
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