Papa Francesco: «Dio non fa prodigi con chi è giusto ma con chi sa essere bisognoso e umile»

Papa Francesco: «Dio non fa prodigi con chi è giusto ma con chi sa essere bisognoso e umile»
di Franca Giansoldati
Sabato 29 Giugno 2019, 10:49 - Ultimo agg. 11:13
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Città del Vaticano – Dio non compie prodigi con chi è giusto ma con chi sa essere bisognoso e umile. «Non interessano i cristiani da copertina ma servono testimoni». Papa Francesco ha celebrato la festa dei patroni San Pietro e San Paolo imponendo il pallio sui nuovi arcivescovi metropoliti, e parlando dell'esempio che i due santi hanno lasciato a tutti i cattolici. Entrambi, ha detto, hanno avuto vite non sempre «pulite e lineari» anche se era molto religiosi, hanno fatto «sbagli enormi», poi però proprio a loro Cristo affidò un preciso mondato, fidandosi di entrambi. «Potremmo chiederci: perché il Signore non ci ha dato due testimoni integerrimi, dalla fedina pulita, dalla vita immacolata? Perché Pietro, quando c’era Giovanni? Perché Paolo e non Barnaba?»

C’è un grande insegnamento in questo, ha spiegato Bergoglio: « il punto di partenza della vita cristiana non è l’essere degni; con quelli che si credevano bravi il Signore ha potuto fare ben poco. Quando ci riteniamo migliori degli altri è l’inizio della fine. Il Signore non compie prodigi con chi si crede giusto, ma con chi sa di essere bisognoso. Non è attratto dalla nostra bravura, non è per questo che ci ama. Egli ci ama così come siamo e cerca gente che non basta a sé stessa, ma è disposta ad aprirgli il cuore. Pietro e Paolo sono stati così, trasparenti davanti a Dio. Pietro lo disse subito a Gesù: «sono un peccatore» (Lc 5,8). Paolo scrisse di essere «il più piccolo tra gli apostoli, non degno di essere chiamato apostolo» (1 Cor 15,9). Nella vita hanno mantenuto questa umiltà, fino alla fine».

Papa Francesco dopo essere entrato in processione nella Basilica di San Pietro, ha celebrato la messa con il rito della benedizione dei Palli, le stole di lana bianca simbolo della particolare comunione con la Sede apostolica. Sono 31 i metropoliti da tutto il mondo che lo hanno ricevuto. Gli italiani sono mons. Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e mons. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino, per anni vescovo ausiliare di Roma, molto amato dalla gente.

Nelle cadute di Pietro e di Paolo, ha continuato il Papa durante l'omelia, «essi hanno scoperto la potenza della misericordia del Signore, che li ha rigenerati. Nel suo perdono hanno trovato una pace e una gioia insopprimibili. Con quello che avevano combinato avrebbero potuto vivere di sensi di colpa: quante volte Pietro avrà ripensato al suo rinnegamento! Quanti scrupoli per Paolo, che aveva fatto del male a tanti innocenti! Umanamente avevano fallito. Ma hanno incontrato un amore più grande dei loro fallimenti, un perdono così forte da guarire anche i loro sensi di colpa. Solo quando sperimentiamo il perdono di Dio rinasciamo davvero. Da lì si riparte, dal perdono; lì ritroviamo noi stessi: nella Confessione».




 

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