Il Papa proclama santi Paolo VI e Romero. «La ricchezza è pericolosa per la Chiesa»

Il Papa proclama santi Paolo VI e Romero. «La ricchezza è pericolosa per la Chiesa»
Il Papa proclama santi Paolo VI e Romero. «La ricchezza è pericolosa per la Chiesa»
di Franca Giansoldati
Domenica 14 Ottobre 2018, 11:20 - Ultimo agg. 20:24
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Città del Vaticano – «La ricchezza è pericolosa e – dice Gesù – rende difficile persino salvarsi. Il nostro troppo avere, il nostro troppo volere ci soffocano il cuore e ci rendono incapaci di amare». Papa Francesco in una piazza San Pietro gremita di fedeli, molti dei quali arrivati dal Salvador, ha proclamato Paolo VI e il vescovo Romero santi. Assieme a loro altri cinque religiosi fondatori di ordini sono diventati santi (Francesco Spinelli (1853- 1913), Vincenzo Romano (1751-1831) suor Maria Caterina Kasper (1820-1898), suor Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù (1889-1943), Nunzio Sulprizio (1817-1836). Dopo la lettura della petizione da parte del cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione dei Santi, sono state recitate le litanie e infine la formula latina di rito mentre la folla esplodeva in un lungo applauso. Papa Francesco ha voluto che Paolo VI, il pontefice del post Concilio e il vescovo salvadoregno assassinato dal regime militare di estrema destra (per avere difeso braccianti e contadini), diventassero santi assieme. Se negli anni Settanta la sorte li aveva uniti in vita, intrecciandone a distanza le vicende, la Chiesa oggi ne celebra la grandezza per avere dimostrato tutta la radicalità del Vangelo. «Paolo VI, anche nella fatica e in mezzo alle incomprensioni, ha testimoniato in modo appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente. E oggi ci esorta ancora, insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere, a vivere la nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità. Non alle mezze misure, ma alla santità”. San Romero, invece, «ha lasciato le sicurezze del mondo, persino la propria incolumità, per dare la vita secondo il Vangelo» ha detto Papa Francesco nella omelia.

Il tema della radicalità è affiorato nelle parole del Papa pensando agli eventi che hanno unito Papa Montini e Romero. «Gesù dice: Vendi quello che hai e dallo ai poveri. Il Signore non fa teorie su povertà e ricchezza, ma va diretto alla vita. Ti chiede di lasciare quello che appesantisce il cuore, di svuotarti di beni per fare posto a Lui, unico bene. Non si può seguire veramente Gesù quando si è zavorrati dalle cose. Perché, se il cuore è affollato di beni, non ci sarà spazio per il Signore, che diventerà una cosa tra le altre. Per questo la ricchezza è pericolosa e – dice Gesù – rende difficile persino salvarsi: il nostro troppo avere, il nostro troppo volere ci soffocano il cuore e ci rendono incapaci di amare».

Papa Francesco torna a ripetere che senza un salto in avanti «la nostra vita e la nostra Chiesa «si ammalano di autocompiacimento egocentrico: si cerca la gioia in qualche piacere passeggero, ci si rinchiude nel chiacchiericcio sterile, ci si adagia nella monotonia di una vita cristiana senza slancio, dove un po’ di narcisismo copre la tristezza di rimanere incompiuti».

Il Papa indica il cammino per una Chiesa più snella, meno ancorata alle ricchezze materiali, più radicale. «Chiediamo la grazia di saper lasciare le ricchezze, nostalgie di ruoli e poteri, lasciare strutture non più adeguate all’annuncio del Vangelo, i pesi che frenano la missione, i lacci che ci legano al mondo».

 

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