Papa Francesco chiede pace (ma non condanna i crimini di guerra russi). Da Kiev l'arcivescovo chiede di non restare silenti

Papa Francesco chiede pace ma non condanna i crimini di guerra russi, da Kiev l'arcivescovo chiede di non restare silenti
Papa Francesco chiede pace ma non condanna i crimini di guerra russi, da Kiev l'arcivescovo chiede di non restare silenti
di Franca Giansoldati
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 11:42 - Ultimo agg. 15:59
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Città del Vaticano – «Possa Dio sanare i cuori di chi tiene in mano le sorti della guerra perché cessi la violenza e si possa costruire una convivenza pacifica nella giustizia». Papa Francesco torna a chiedere la pace e giustizia ma nelle sue parole pronunciate a braccio all'udienza non fa alcun accenno alla azione di Putin, così come non vengono condannati esplicitamente i crimini di guerra e gli attacchi violentissimi di questi giorni sulle città ucraine. Eppure solo ieri l'arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk – capo della chiesa greco cattolica - nel videomessaggio che ogni giorno diffonde, dando conto del bollettino tragico di guerra, esplicitava che è un «dovere condannare a voce alta, unanime e risoluta l’atto di terrorismo che la Federazione Russa ha commesso e continua a commettere contro il popolo ucraino». E continuava: «Questo tipo di azione è la manifesta violazione del diritto umanitario internazionale e non può essere qualificato diversamente se non come un crimine di guerra. Chiediamo all'intera comunità mondiale internazionale - capi di stato, organizzazioni pubbliche, intellettuali di tutto il mondo, capi di varie chiese e comunità religiose - di unirsi alla nostra voce e di condannare fermamente questo tipo di azioni terroristiche. Se rimanete in silenzio oggi, domani verrete uccisi proprio come lo stanno facendo oggi con noi».

La linea diplomatica di Papa Francesco, a sei mesi dal conflitto, è diventata sempre più difficile, man mano che il conflitto si avvita su se stesso e si avvicina all'orlo del precipizio nucleare.

In questi mesi il pontefice ha cercato con grande fatica di tenere aperti canali di dialogo con Mosca, pur condannando le violenze e la guerra di aggressione. L'evolversi drammatico di questi giorni potrebbe mettere la diplomazia vaticana in una posizione ancora più difficile. 

«In questi giorni – ha detto il Papa a braccio nel corso dei saluti ai fedeli italiani presenti all'udienza generale- il mio cuore è sempre rivolto al popolo ucraino. Specialmente agli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti». «Porto dentro di me il loro dolore e per intercessione della santa madre di Dio lo presento nella preghiera al Signore. Egli sempre ascolta il grido dei poveri che lo invocano». Il Papa ha poi invocato la protezione di Giovani XXIII per quanti soffrono a causa delle guerre. «Ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Giovanni XXIII, che servì con esemplare dedizione Cristo e la Chiesa, adoperandosi con sollecitudine per la salvezza delle anime e per la pace nel mondo. La sua protezione aiuti tutti voi nello sforzo di quotidiana fedeltà a Cristo e sostenga quanti soffrono a causa delle guerre». 

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