Il Papa chiede il rispetto della tregua in Siria, ma cita solo il Goutha orientale e non Afrin

Il Papa chiede il rispetto della tregua in Siria, ma cita solo il Goutha orientale e non Afrin
di Franca Giansoldati
Domenica 25 Febbraio 2018, 12:48 - Ultimo agg. 16:43
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Città del Vaticano - La tregua umanitaria che avrebbe dovuto valere su tutta la Siria non regge. Sia ad Afrin, dove le truppe turche avanzano che a Goutha dove si continua a combattere. Così il Papa all'Angelus ha lanciato un «appello accorato perché cessi subito la violenza» in Siria, dove «la guerra si è intensificata, specialmente nel Ghouta orientale». Francesco (che non cita mai Afrin dove combattono i turchi) chiede che «sia dato accesso agli aiuti umanitari - cibo e medicine - e siano evacuati i feriti e i malati». Con dolore ricorda anche che «questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare... Tutto questo è disumano»

«In questi giorni il mio pensiero è spesso rivolto all'amata e martoriata Siria, dove la guerra si è intensificata, specialmente nel Ghouta orientale», ha detto il pontefice subito dopo la recita della preghiera mariana in Piazza San Pietro. «Tutto questo è disumano. Non si può combattere il male con altro male. E la guerra è un male!». «Pertanto rivolgo il mio appello accorato perché cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari - cibo e medicine - e siano evacuati i feriti e i malati - ha concluso -. Preghiamo insieme Dio che questo avvenga senza indugio». Il Pontefice, dopo alcuni istanti di raccoglimento in silenzio, ha quindi recitato con i fedeli un'Ave Maria. Ieri sera il cardinale Pietro Parolin, davanti al Colosseo illuminato di rosso per ricordare i cristiani di tutto il mondo perseguitati, ha detto che il Vaticano sta appoggiando la tregua umanitaria che l'Onu sta chiedendo e su cui non è ancora riuscita a trovare un accordo. «Stiamo facendo pressione su questi punti» manifestando proccupazione disastrosa soprattutto nel Ghouta orientale e in altre regioni come Afrin».
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