Papa Francesco: al mondo serve fare rete e non leadership autoritarie e sorde

Papa Francesco: al mondo serve fare rete e non leadership autoritarie e sorde
di Franca Giansoldati
Venerdì 27 Luglio 2018, 13:29 - Ultimo agg. 23:12
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Città del Vaticano – Papa Francesco scrive alle decine di teologi (tanti sono gesuiti) che sono riuniti in questi giorni a Sarajevo per un summit mondiale e si raccomanda di individuare nuove strade per fare rete, per far camminare l'umanità unita, per «imparare sempre meglio le forme della fedeltà alla Parola di Dio che ci interpella nella storia e della solidarietà con il mondo, sul quale non siete chiamati a emettere giudizi, ma a indicare strade, accompagnare cammini, lenire ferite, sostenere fragilità».

Il mondo cambia velocemente, le grandi sfide, compresa quella relativa all'ambiente, si fanno sempre più pressanti, e secondo Papa Francesco è tempo di fare affiorare leadership democratiche e capaci di ascoltare. Non è tempo di autocrati, di autorità prepotenti e autoreferenziali: «In uno scenario così impegnativo e complesso c’è bisogno di persone e istituzioni che assumano una leadership rinnovata. Non serve il rumore dei proclami, che spesso rimangono vani; non occorre l’antagonismo tra chi gioca a fare il più forte. Abbiamo bisogno di una leadership che aiuti a scoprire e vivere un modo più giusto di stare al mondo come partecipi tutti di un destino comune».

In occasione dell’apertura dei lavori della III Conferenza internazionale di Catholic Theological Ethics in the World Church, in corso a Sarajevo dal 26 al 29 luglio 2018 sul tema «A Critical Time for Bridge-Building: Catholic Theological Ethics Today», Francesco martella sul concetto di condivisione, dialogo, capacità di costruire ponti.

Tema del convegno è di «ricostruire cammini nuovi di avvicinamento tra popoli, culture, religioni, visioni della vita, orientamenti politici», come ha subito tenuto a specificare Bergoglio, ricordando la «prospettiva a cui molto spesso ha fatto riferimento: ponti e non muri», quella di «cogliere ogni segnale e mobilitare ogni energia per eliminare nel mondo i muri di divisione e costruire ponti di fraternità».

Proprio per questo «la sfida ecologica contiene in sé aspetti che possono causare gravi squilibri, non solo sull’asse del rapporto tra l’uomo e la natura, ma anche su quelli delle relazioni tra le generazioni e tra i popoli», ha spiegato Francesco, e «il richiamo che voi fate al tema dei migranti e rifugiati è molto serio e provoca una metanoia che riguarda la riflessione etico-teologica, prima ancora di ispirare atteggiamenti pastorali adeguati e prassi politiche responsabili e consapevoli».

 
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