Vaticano, un'altra testa è saltata: è quella del cardinale Turkson, motivo?

Vaticano, un'altra testa sta per saltare: è quella del cardinale Turkson
Vaticano, un'altra testa sta per saltare: è quella del cardinale Turkson
di Franca Giansoldati
Venerdì 17 Dicembre 2021, 10:36 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 11:25
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Città del Vaticano – Un'altra illustre testa sta per rotolare in Vaticano. Altro che Fratelli Tutti. Il clima si sta facendo pesante. Stavolta a fare le spese degli scontri sotterranei, degli sgambetti, delle gomitate è uno dei cardinali sui quali Papa Francesco aveva puntato di più all'inizio del suo pontificato, ma la cui stella, cammin facendo, evidentemente si è fatta sempre più opaca, fino all'epilogo di questi giorni.

Il cardinale Peter Appiah Turkson, prefetto del dicastero dello Sviluppo Umano Integrale avrebbe già dato le dimissioni e in mattinata ha convocato tutto il personale della struttura curiale per dare spiegazioni.

Cosa ci sia alla base di preciso non si sa, si escludono però problemi finanziari anche perché il dicastero ultimamente è stato sottoposto ad una audit da parte del Revisore dei Conti interno, superando l'esame con un budget in linea e con i costi che sono stati effettivamente ridotti come aveva chiesto a tutta l'amministrazione vaticana Papa Francesco, passando dai 5 milioni circa di spesa ai 3,5.

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La notizia della bufera che ha investito il dicastero dello Sviluppo Integrale è un fulmine a ciel sereno che sicuramente non va a giovare sull'immagine complessiva della Santa Sede, sempre più fiaccata da una gestione interna in forte affanno. Prima della inspiegabile uscita di Turkson (che solo fino ad alcuni giorni fa ha tenuto una conferenza stampa in Vaticano) il dicastero è stato squassato da altre uscite di peso con due sottosegretari che nel giro di pochi mesi ne sono andati, prima Duffè e poi il laico Zampini, quest'ultimo lasciando dietro di se una scia di voci malevole sul motivo reale del suo passo. Fatto sta che il maxi ministero che ha accorpato quattro pontifici consigli (Migranti, Cor Unum, Giustizia e Pace e Operatori sanitari) sembra non essere ancora riuscito ad uniformare l'attività nonostante gli sforzi e gli importanti terreni sui quali si è andato a misurare: i migranti, la crisi causata dal covid, la globalizzazione, l'ambiente e il climate change.

L'anno scorso Papa Francesco stanco di ricevere sul suo tavolo continue lamentele sul clima pesante all'interno ha spedito un suo cardinale di fiducia, l'americano Blaise Cupich a condurre una “visitazione”, una specie di ispezione camuffata, dalla quale è stato fatto un rapporto choc frutto dei colloqui individuali interni con tutto il personale. Da questa analisi sembra apparso evidente la difficoltà della governance interna forse causata da un dualismo venutosi a creare col tempo, da una parte il settore sui migranti che fa capo al cardinale gesuita canadese Michel Czerny, molto ascoltato da Papa Francesco e dall'altra parte, l'area di pertinenza del cardinale africano Turkson, titolare (sulla carta) della responsabilità di tutto il dicastero, quindi anche dell'attività di Czerny. Potrebbe essere stato lo scontro tra i due cardinali, e la differenza di vedute e di sensibilità, ad avere accresciuto all'interno il disagio sul resto della struttura dove si lamenta, da tempo, un clima divenuto pesante. 

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