Papa Francesco: «Umanità ferita dall'ingiustizia e dall'avidità»

Papa Francesco: «Umanità ferita dall'ingiustizia e dall'avidità»
Domenica 22 Maggio 2016, 14:17 - Ultimo agg. 23 Maggio, 15:25
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«La carne dell'umanità» è «ferita dall'ingiustizia, dalla sopraffazione, dall'odio e dall'avidità» ma lo Spirito Santo ci dà la forza «per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia». Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus mettendo in evidenza che «il nostro essere ad immagine e somiglianza di Dio-comunione ci chiama a comprendere noi stessi come esseri-in-relazione e a vivere i rapporti interpersonali nella solidarietà e nell'amore vicendevole».

«La festa della Santissima Trinità ci invita ad impegnarci negli avvenimenti quotidiani per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia. In questa missione, siamo sostenuti dalla forza che lo Spirito Santo ci dona: essa cura la carne dell'umanità ferita dall'ingiustizia, dalla sopraffazione, dall'odio e dall'avidità. La Vergine Maria, nella sua umiltà, ha accolto la volontà del Padre e ha concepito il Figlio per opera dello Spirito Santo. Ci aiuti Lei, specchio della Trinità, a rafforzare la nostra fede nel Mistero trinitario e ad incarnarla con scelte e atteggiamenti di amore e di unità». Lo ha detto il Papa celebrando l'Angelus in piazza San Pietro. «Il nostro essere creati ad immagine e somiglianza di Dio-comunione ci chiama a comprendere noi stessi come esseri-in-relazione e a vivere i rapporti interpersonali nella solidarietà e nell'amore vicendevole. Tali relazioni -ha aggiunto il pontefice- si giocano, anzitutto, nell'ambito delle nostre comunità ecclesiali, perché sia sempre più evidente l'immagine della Chiesa icona della Trinità. Ma si giocano in ogni altro rapporto sociale, dalla famiglia alle amicizie all'ambiente di lavoro: sono occasioni concrete che ci vengono offerte per costruire relazioni sempre più umanamente ricche, capaci di rispetto reciproco e di amore disinteressato».

«Domani inizierà a Istanbul, in Turchia, il Primo Vertice Umanitario Mondiale, finalizzato a riflettere sulle misure da adottare per venire incontro alle drammatiche situazioni umanitarie causate da conflitti, problematiche ambientali ed estrema povertà».
Lo ha ricordato il Papa all'Angelus lanciando un invito: «Accompagniamo con la preghiera i partecipanti a tale incontro perchè si impegnino pienamente a realizzare l'obiettivo umanitario principale: salvare la vita di ogni essere umano, nessuno escluso, in particolare gli innocenti e i più indifesi». «La Santa Sede - ha ricordato Papa Francesco - prenderà parte a questo vertice» con il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin


«Martedì, 24 maggio, ci uniremo spiritualmente ai fedeli cattolici in Cina, che in quel giorno celebrano con particolare devozione la memoria della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai». Lo ha detto il Papa all'Angelus aggiungendo: «Chiediamo a Maria di donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e perdona. In questo Anno della Misericordia possano i cattolici cinesi, insieme a quanti seguono altre nobili tradizioni religiose, divenire segno concreto di carità e di riconciliazione. In tal modo essi promuoveranno un'autentica cultura dell'incontro e l'armonia dell'intera società». In piazza per l'Angelus molti i rappresentanti delle comunità cattoliche cinesi a Roma e in Italia.

Un applauso «per tanti bravi preti che ci sono qui in Italia». Papa Francesco dedica ai sacerdoti italiani il gesto di approvazione che si leva dai fedeli riunitisi in piazza San Pietro per la celebrazione dell'Angelus. Ieri, a Cosenza, «è stato proclamato Beato Francesco Maria Greco, sacerdote diocesano, fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori. Tra il secolo diciannovesimo e il ventesimo è stato animatore della vita religiosa e sociale della sua città, Acri, dove ha esercitato tutto il suo fecondo ministero. Rendiamo grazie a Dio -ha aggiunto il Papa- per questo prete esemplare». Il pontefice ha quindi esteso ai sacerdoti italiani l'applauso che i fedeli hanno rivolto alle sue parole.

 
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