Papa Francesco, missione ad alta tensione in Africa per fermare la strana guerra tra Congo e Ruanda

Papa Francesco, missione ad alta tensione in Africa per fermare la strana guerra tra Congo e Ruanda
Papa Francesco, missione ad alta tensione in Africa per fermare la strana guerra tra Congo e Ruanda
di Franca Giansoldati
Martedì 24 Gennaio 2023, 17:57 - Ultimo agg. 18:10
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Città del Vaticano – Missione ad alta tensione per Papa Francesco nel cuore dell'Africa: ancora una volta Bergoglio ha scelto come meta una regione caldissima nel disperato tentativo di fermare il conflitto strisciante in corso tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda dove - da tempo - le tensioni si sono acuite alimentate dallo sfruttamento dei giacimenti minerari. Il Congo è uno scrigno di materie cruciali per lo sviluppo dell'economia mondiale, l'industria hi-tech e la transizione verde: coltran, terre rare, nichel. Minerali fondamentali per la produzione di impianti eolici e fotovoltaici e  per le batterie delle auto elettriche. Il conflitto a bassa intensità in questi anni si è ampliato rendendo ancora più permeabile il territorio.

L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) è «profondamente preoccupata» per l'escalation di brutali attacchi contro i civili da parte di gruppi armati nell'est della Repubblica Democratica del Congo. Più di 200 civili sono stati uccisi nelle ultime sei settimane nella regione dell'Ituri: almeno 52.000 persone sono fuggite, sommandosi agli oltre 1,5 milioni di sfollati nella provincia. 

Il Ruanda ha recentemente accusato la Repubblica democratica del Congo di aver abbandonato l'accordo di pace e così continuano i combattimenti tra l'esercito di Kinshasa e i ribelli del gruppo armato M23 (appoggiati dal Ruanda) nonostante il cessate il fuoco e il ritiro dei soldati concordato. Dopo colloqui di novembre le due nazioni confinanti avevano concordato una tregua, ma le violenze in corso hanno portato il ministro degli Esteri congolese, Christophe Lutundula, a puntare il dito contro M23 e il governo ruandese «per non aver mantenuto ancora una volta i loro impegni», promettendo che Kinshasa «proteggerà la sua integrità territoriale». La Repubblica democratica del Congo, insieme agli Usa e a diversi Paesi europei, ha ripetutamente accusato il Ruanda di sostegno ai ribelli di M23, ma Kigali smentisce, puntando a sua volta il dito contro il governo congolese per la sua presunta collusione con il gruppo ribelle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr).

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La Repubblica democratica del Congo  ha anche ingaggiato una compagnia militare bulgara per lavorare con il proprio esercito ad est del Paese dove si concentra la guerriglia: lo ha dichiarato il presidente congolese Felix Tshisekedi a margine del World Economic Forum di Davos.

Il governo del Ruanda, in una nota, ha sostenuto che «il reclutamento di mercenari stranieri» è «una chiara indicazione che la Rdc si sta preparando per la guerra, e non per la pace». La società bulgara è uno dei due gruppi che si occupano di manutenzione di aerei e addestramento di piloti militari, ha precisato il portavoce del governo congolese, Patrick Muyaya. L'est ricco di minerali del Congo, confinante col Ruanda, è in preda a conflitti dalla metà degli anni '90, quando le ripercussioni della guerra civile con il genocidio ruandese si sono fatte sentire in oltre una mezza dozzina di nazioni africane. 

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Nel frattempo, a complicare il quadro generale, i miliziani dello Stato Islamico (Isis) hanno rivendicato un attacco nella Repubblica democratica dl Congo orientale costato al vita ad almeno 23 persone. I fatti risalgono alla notte tra domenica e lunedì scorsi nel villaggio di Makugwe, nella zona di Beni nella provincia di Nord Kivu. Un portavoce dell'esercito congolese ha stimato il bilancio delle vittime a 24 morte e 10 persone disperse. 

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«Non c'è nessuna minaccia specifica» per il viaggio del Papa ha commentato il portavoce vaticano Matteo Bruni in un briefing in Vaticano sul prossimo viaggio del Papa nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan (31 gennaio - 5 febbraio 2023). «C'è un grande sforzo delle autorità locali per garantire la sicurezza», ha aggiunto. Il Papa utilizzerà nei suoi spostamenti sia l'auto chiusa che, in alcune circostanze, la papamobile aperta. I media locali della Repubblica Democratica del Congo riferiscono invece che a Kinshasa ci sarà una zona blindata della città, a «giurisdizione pontificia», dove si potrà accedere solo con permessi speciali

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Alla messa papale del primo febbraio all'aeroporto Ndolo di Kinshasa è atteso almeno un milione di persone. Il palco dove si svolgerà la celebrazione è il più grande mai realizzato nella Repubblica Democratica del Congo, ed è anche dotato di un ascensore per consentire al Papa di arrivare più agevolmente visto che si sposterà con la sedia a rotelle. Anche il coro che animerà la messa è uno dei più grandi mai visti in loco: settecento persone. 

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In Sud Sudan, invece, seconda tappa del viaggio, Francesco va «per incoraggiare, con la sua presenza, i responsabili di questo Paese per incontrarsi e riconciliarsi». A parlare è monsignor Bert Van Megen, nunzio apostolico a Juba. «Non incontrerà il presidente Salva Kiir e il vicepresidente Riek Machar per negoziare con loro, ovviamente. Piuttosto da padre spirituale li consiglierà, come può fare un padre con i suoi figli dicendo loro: 'Basta, unitevi, stringetevi la mano e mettetevi all'opera per il bene di questo Paese»

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