Malta – Papa Francesco atterra a Malta ma il suo pensiero è rivolto a Kiev. «Non facciamo svanire il sogno della pace». Anche se non lo indica mai per nome e cognome, punta il dito contro Putin e si capisce benissimo che sta parlando di lui quando dice che c'è «qualche potente tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalistici, che provoca e fomenta conflitti, ma la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro. Un futuro che, o sarà insieme, o non sarà».
La “guerra” fa capolino diverse volte nel suo discorso davanti agli ambasciatori e alle autorità maltesi. A loro confida le sue paure sulla possibilità di una «guerra fredda allargata» capace di soffocare la vita di «interi popoli e generazioni». Il futuro, ad oggi, per il Papa, resta incerto.
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Francesco sta seriamente valutando di fare un viaggio in Ucraina.
L'ultimo capo di Stato che ha chiesto a Papa Francesco di intraprendere un viaggio a Kiev è stato il presidente polacco Andrej Duda, ricevuto ieri in Vaticano, con il quale si è soffermato a parlare della grande questione dell'immigrazione. In Polonia sono ospitati più di due milioni di ucraini. Il viaggio a Kiev potrebbe dunque includere un pacchetto comprensivo di una tappa polacca, paese in cui si è messa in moto subito una formidabile macchina di accoglienza per gli sfollati. La data del viaggio però dipenderà dal cessate il fuoco tra le parti e dagli sviluppi del negoziato, sperando che la guerra si concluda entro il 9 maggio.
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Nel discorso alle autorità maltesi in un altro importante passaggio è stato tratteggiato il modo di governo del presidente Putin, specie quando è stata evocata la figura di Giorgio La Pira. «Le sue sono parole attuali, quanto ci serve una misura umana davanti all'aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni. Quell'infantilismo purtroppo non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni della autocrazia dei nuovi imperialismi, nella aggressività diffusa, nella incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri».
Il Papa afferma che è sempre l'indifferenza a spegnere il sogno di vivere assieme. Da Malta Francesco sembra parlare all'Europa intera quando sottolinea che alcuni paesi non possono sobbarcarsi l'intero problema nella indifferenza di altri. «Dal sud povero e popolato masse di persone si spostano verso il nord più ricco: è un dato di fatto, che non si può respingere con anacronistiche chiusure, perché non vi saranno prosperità e integrazione nell’isolamento. C’è poi da considerare lo spazio: l’allargamento dell’emergenza migratoria – pensiamo ai rifugiati dalla martoriata Ucraina – chiede risposte ampie e condivise. Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema nell’indifferenza di altri! E non possono Paesi civili sancire per proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone. Il Mediterraneo ha bisogno di corresponsabilità europea, per diventare nuovamente teatro di solidarietà e non essere l’avamposto di un tragico naufragio di civiltà».
La visita maltese include anche una visita al santuario mariano di Gozo. Papa Francesco è apparso pieno di energie, di buon umore ma per la prima volta, a causa del dolore al ginocchio, è stato costretto ad usare il montacarichi per scendere dall'aereo e non le scalette. Sull'aereo, però, ha voluto ugualmente salutare uno per uno gli oltre 70 giornalisti e rispondere a diverse domande.