Papa Francesco va tre giorni da Orban, il segnale a Putin per fermare la guerra in Ucraina

Bergoglio non si arrende all'idea di abbandonare ogni tentativo possibile per far riallacciare i fili del dialogo tra Kiev e Mosca

Papa Francesco va tre giorni da Orban, il segnale a Putin per fermare la guerra in Ucraina
Papa Francesco va tre giorni da Orban, il segnale a Putin per fermare la guerra in Ucraina
di Franca Giansoldati
Lunedì 27 Febbraio 2023, 17:58 - Ultimo agg. 18:09
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Papa Francesco a fine aprile visiterà l'Ungheria. Si tratta di un viaggio di tre giorni nel cuore dell'Europa assai significativo per parlare al cuore del vecchio continente e, con ogni probabilità, servirà anche a lanciare messaggi nella direzione di Mosca. La guerra in Ucraina resta implacabile sullo sfondo in uno stallo diplomatico evidente, con tutti gli organismi internazionali che sembrano girare su se stessi nella vana ricerca di spiragli da proporre. La visita di Bergoglio in terra magiara si inserisce in questo contesto e si offre già a diverse letture, considerando che proprio a Budapest è stato trasferito nel giugno dell'anno scorso l'influente metropolita ortodosso, Hilarion, catapultato in Ungheria perché in polemica con il Patriarca Kirill dopo 13 anni trascorsi a capo del Dipartimento degli Affari Ecclesiastici del Patriarcato (in pratica era il “ministro degli Esteri” di Kirill). Anche se non fa più parte del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa resta pur sempre un elemento di spicco all'interno della galassia ortodossa, con buoni canali di dialogo al Cremlino.

Papa Francesco non si arrende all'idea di abbandonare ogni tentativo possibile per far riallacciare i fili del dialogo tra Kiev e Mosca, e sta cercando un barlume in un orizzonte che ormai - con l'offensiva di primavera che sta preparando la Russia - appare cieco.

In questi mesi ha continuato a offrire la sua disponibilità, proponendosi come facilitatore sia ai russi che agli ucraini, ma finora con ben pochi successi. Anzi, in alcuni passaggi sia il Cremlino che Kiev non gli hanno lesinato critiche. Eppure a suo avviso la sola via delle armi non può essere l'unica voce del momento.

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Anche in questi giorni Papa Francesco ha rilanciato l'ennesimo messaggio affidandolo al presidente dell'Unione mondiale dei vecchi credenti (Arc), Leonid Sebastianov, una specie di manager che ha con il Papa un rapporto di lunga data e al quale ha parlato di avere un piano da proporre a Putin “per una soluzione pacifica del conflitto tra Russia e Occidente (…)».

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A Budapest Papa Francesco avrà ovviamente colloqui con tutte le autorità ungheresi. In primis con il premier Viktor Orban, esponente della destra identitaria europea, tra i pochi leader europei che frenano sulle sanzioni a Mosca e sull'ingresso della Svezia e della Finlandia alla Nato visto che  il confine con la Russia (che si estenderà per oltre mille chilometri), presenta evidenti rischi geopolitici. Inoltre non mancheranno incontri di natura ecumenica con il metropolita Hilarion. In quella circostanza è quasi scontato lo scambio di opinioni sulla situazione generale. 

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Il viaggio inizialmente doveva essere di quattro giorni, ma sono stati accorciati a tre. Il motivo di questo cambiamento vaticano non è stato spiegato ufficialmente anche se, come ha fatto notare il sito Il Sismografo, cancellerà una tappa alla frontiera tra Ucraina e Ungheria che sarebbe potuta servire per incontrare e abbracciare i cittadini ucraini rifugiati. 

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Il ministro degli esteri del Papa, monsignor Paul Gallagher, in una intervista ad America alla fine della conferenza di Monaco non ha nascosto il pericolo «di una escalation militare. So che gli strateghi militari ritengono altamente improbabile l'uso del nucleare - ha detto - ma non è escuso. È una delle grandi preoccupazioni e uno dei motivi che rendono il mondo più pericoloso a causa delle armi nucleari». Ha anche riferito che il Vaticano continua ad avere contatti con Mosca e con Kiev. «Continuiamo ad avere contatti attraverso il nunzio a Kiev e l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede. Per quanto riguarda la parte russa, abbiamo il nunzio a Mosca e abbiamo contatti con l'ambasciatore russo presso la Santa Sede. Nel caso russo non si va molto oltre, ma ci sono alcuni contatti”». Chissà se a Budapest si potranno riannodare altri fili, tramite Hilarion.

L'arcivescovo Gallagher ha poi chiarito quale è la posizione della Santa Sede: «Sosteniamo la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Allo stesso tempo, riconosciamo la libertà e la libertà del popolo ucraino di autodeterminarsi. Questo non significa che il presidente Zelensky e il suo governo non possano prendere decisioni per la pace, perché questo è un loro compito».

Durante i tre giorni di visita in Ungheria Papa Francesco non andrà al famoso santuario di Pannonhalma, già meta di visite papali (Giovanni Paolo II vi andò nel 1996) ma sono ugualmente previsti incontri con i rifugiati. 

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