Summit sugli abusi: resistono i vescovi che non vogliono denunciare alle autorità civili i preti pedofili

Summit sugli abusi: resistono i vescovi che non vogliono denunciare alle autorità civili i preti pedofili
di Franca Giansoldati
Venerdì 22 Febbraio 2019, 19:40 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 13:31
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Città del Vaticano – In Italia i vescovi non sono tenuti a denunciare i preti pedofili perché l'ordinamento civile non lo prevede. Non solo. Esiste persino una norma pattizia che impegna magistrati e inquirenti a informare i vescovi delle indagini in corso nelle loro diocesi. Uno dei temi dibattuti al summit sugli abusi è l'obbligatorietà di denuncia, ma è difficile che passerà, anche se nella 'road map' in 21 punti consegnata da papa Francesco ai partecipanti viene raccomandato al punto 5: «Informare le autorità civili e le autorità ecclesiastiche superiori nel rispetto delle norme civili e canoniche» nel caso vengano a conoscenza di abusi sessuali su minori.

Un punto che resta controverso perchè non tutte le conferenze episcopali sono d'accordo, visto che alcune lo prevedono e altre no. Tra queste ultime la Cei, che negli anni passati giustificava tale mancata previsione col fatto che «il vescovo non è un pubblico ufficiale», per quanto sia ora allo studio l'introduzione di quest'obbligo nelle nuove linee-guida.

C'è chi, però, tra i partecipanti all'Incontro in Vaticano, mostra ottimismo. «Speriao si arrivi all'obbligo di denuncia. Noi vogliamo la Chiesa come Gesù la vuole. Se c'è del male nella Chiesa, la gente ha l'obbligo di informare l'autorità competente: vogliamo finirla col nascondere le cose», afferma Jean-Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea).

Si può arrivare alla decisione che anche i vescovi vengano spretati? «Sì, se colpevoli, bisogna farlo». Nel corso del briefing sui lavori, poi, uno dei maggiori esperti della Santa Sede sulla lotta agli abusi, l'arcivescovo di Malta Charles J. Scicluna, segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della fede e presidente del Collegio per l'esame dei ricorsi, interpellato sull'argomento dice che «l'obbligo della denuncia dipende dalle leggi dello Stato». Poi però aggiunge che «se l'abuso nasce in un contesto di Chiesa, abbiamo l'obbligo di denunciarlo, e così facciamo». «Noi maltesi abbiamo l'obbligo di farlo, c'è un'obbligatorietà e questa è imposta dalle leggi dello Stato”

Le indicazioni del 2011 date dalla Congregazione per la Dottrina della fede erano di rispettare la legge dello Stato per quanto riguarda quest'obbligo. Al momento quindi la situazione è a macchia di leopardo. Da parte sua, il cardinale di Boston Sean ÒMalley, aggiunge che «negli Stati Uniti i vescovi si sono impegnati a denunciare sempre. Abbiamo 50 Stati e 50 leggi diverse, ma abbiamo anche l'obbligo morale a condividere le nostre informazioni con le autorità civili». «D'altronde la crisi terribile vissuta negli Stati Uniti sulla questione della pedofilia c'è stata perché per molto tempo si è omesso di denunciare i casi di abusi sessuali sui minori da parte del clero. C'è quindi un obbligo morale a cui non ci si può sottrarre».


 

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