Pedofilia, le vittime dei preti in bici dal Papa: 720 km da Monaco a Roma per chiedere giustizia, risarcimenti e trasparenza

Dietmar Achleitner, vittima della pedofilia nella Chiesa, prima di partire in bici per Roma
Dietmar Achleitner, vittima della pedofilia nella Chiesa, prima di partire in bici per Roma
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Lunedì 8 Maggio 2023, 09:41 - Ultimo agg. 9 Maggio, 07:04
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Città del Vaticano - Pedofilia, la vittima più anziana ha da poco compiuto 80 anni, si chiama Dietmar Achleitner e da piccolo frequentava un collegio di religiosi dove è stato abusato regolarmente quando era piccolo, per sette lunghi anni. Il più giovane ha una cinquantina d'anni, anche lui ha subito la stessa sorte. Sono  una ventina le vittime dei preti cattolici tedeschi e austriaci che hanno deciso di organizzare un lungo tour ciclistico partendo dalla Germania, attravero la dorsale appenninica, fino al Vaticano, per protestare a San Pietro contro la mancanza di una strategia coerente e chiara per debellare il fenomeno della pedofilia nella Chiesa. 

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Il loro arrivo è previsto per la metà del mese.

Durante le varie tappe previste pregano, fanno visista alle autorità religiose del luogo e raccontano a tutti la loro storia. Vogliono fare riflettere e far capire che non si può più tacere e che il danno che hanno subito deve ottenere un risarcimento sia materiale che morale. C'è chi tra loro, per esempio, è stato violentato reiteratamente nella piscina della scuola gestita dai preti, altri mentre svolgevano la funzione di chierichetti, altri ancora quando erano coinvolti nelle varie attività parrocchiali. Naturalmente erano tutti minorenni all'epoca dei fatti. In quest'ultimo anno che la Chiesa in Germania è massicciamente impegnata a voltare pagina, dare un volto agli aggressori e a riconoscere alle vittime il danno pesantissimo che hanno subito (prevedendo ovviamente dei risarcimenti). Le vittime hanno dato vita ad un progetto che si chiama "Lotta agli abusi? Noi ci siamo!".

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La scorsa settimana i ciclisti dopo essersi congedati e aver ricevuto la benedizione del viaggio dal vicario dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga, sono partiti in bici dalla Marienplatz di Monaco alla volta di Roma. I pellegrini incontreranno il Papa il 17 maggio per consegnargli un messaggio e un'edizione dell'opera d'arte "Heart" dell'artista Michael Pendry, che simboleggia il loro impegno. La 'gita' non si presenta facile visto che dovranno coprire una distanza di ben 720 chilometri (e 4.500 metri di salita). Naturalmente tutto è scandito da tappe continue e riposo. Durante il viaggio, i partecipanti incontreranno in molti luoghi rappresentanti della Chiesa e dello Stato per avviare un dialogo sul trattamento e la prevenzione degli abusi sessuali.

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Le spese di viaggio sono state interamente coperte dall'Arcidiocesi di Monaco. Assieme alle vittime altri ciclisti si sono uniti al gruppo per esprimere la loro solidarietà e il loro sostegno. I promotori Dietmar Achleitner, 80 anni e Robert Köhler, 59 anni hanno spiegato che la protesta in bici, seppur pittoresca e bizzarra, serve per fare riflettere ed evidenziare gli insabbiamenti della Chiesa. «La società non vuole permettere che una Chiesa che non riesca a fare i conti con il passato. Noi diremo a Papa Francesco che la mancanza di coerenza deve essere severamente sanzionata. La Chiesa ha bisogno di cuore e di empatia per le persone colpite». Tutto è molto simbolico per i partecipanti, a cominciare dallo zaino che si portano appresso, carico di cose personali e naturalmente di traumi.  Achleitner racconta di avere subito molestie sessuali dall'età di dieci anni fino ai diciassette, come chierichetto, da parte del sacerdote a Salisburgo. «È stato una specie di omicidio spirituale e mentale. Me lo sono portato dietro per tutta la vita».

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