Città del Vaticano – Anche se la conferenza episcopale spagnola si è detta contraria ad aprire i propri archivi diocesani e metterli a disposizione per dare modo di effettuare una indagine completa sul fenomeno degli abusi, la coalizione di governo si sta ugualmente muovendo per creare una commissione di inchiesta indipendente al fine di evidenziare quanto sia esteso il male sul territorio nazionale. Il fenomeno è parzialmente affiorato in questi mesi grazie ad un lavoro fatto da El Pais che ha già fatto affiorare centinaia di vittime.
Abusi nella Chiesa, il muro della Cei contro le commissioni di inchiesta: «No ai giudizi sommari»
Il primo ministro Pedro Sánchez ha intanto fatto sapere che incontrerà le vittime e le associazioni delle vittime. Poi i tre partiti della coalizione hanno presentato una petizione per istituire una commissione nel Congresso spagnolo e avviare un'indagine sugli abusi, un po' come è stato fatto a suo tempo dal governo irlandese o da quello australiano.
Jaume Asens, presidente del gruppo parlamentare di Podemos, ha spiegato che «si tratta di fatti abominevoli che non solo interrogano le vittime, ma anche la società di fronte al rifiuto della Chiesa spagnola di accogliere le raccomandazioni del Papa in questa materia». I vescovi spagnoli (esattamente come quelli italiani) si sono pronunciati negativamente a dare la possibilità di consultare i propri archivi storici, come invece è stato fatto in Francia, in Portogallo e in Germania.
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