Summit tra Papa Francesco e il leader dei Lefebrvriani sullo scisma dell'ultra destra cattolica

Summit tra Papa Francesco e il leader dei Lefebrvriani sullo scisma dell'ultra destra cattolica
di Franca Giansoldati
Lunedì 4 Aprile 2016, 14:38 - Ultimo agg. 5 Aprile, 11:21
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Città del Vaticano Hanno visto di malocchio Papa Francesco si dall'inizio, lo hanno apertamente contestato per avere canonizzato Wojtyla e Roncalli, hanno messo sulla graticola persino il prefetto della congregazione della Fede, Mueller, accusandolo di eresia. I lefebvriani, irriducibili oppositori della visione conciliare, l'ultradestra cattolica, restano una spina nel cuore anche per Papa Francesco che non vorrebbe divisioni nella Chiesa. I passi in avanti fatti per sanare questa ferita finora non sono bastati, anche se Papa Francesco, nell'anno del giubileo della Misericordia sogna di ricucire lo strappo. E non si scoraggia di fronte alle difficoltà, così sabato scorso ha ricevuto in Vaticano per un lungo colloquio, monsignor Bernard Fellay, Superiore generale e diretto successore di monsignor Lefebvre alla guida della Fraternita’ San Pio 
X. Si tratta di un ulteriore passo per il riconoscimento 
canonico della Fraternita’ da parte della Santa Sede, probabilmente sotto
forma di una prelatura ad hoc sul modello 
dell’Opus Dei. Naturalmente i punti aperti da chiarire sono parecchi. La linea di Bergoglio è quella che aveva già tracciato Benedetto XVI con Fellay, anch'egli ricevuto in Vaticano. Le dimissioni di Ratzinger congelarono il dossier.

I sacerdoti lefebvriani, scismatici, si caratterizzano per il loro stampo ultraconservatore, sono sostenitori della messa in latino e fermi oppositori del Concilio Vaticano II. Nel 2005 erano stati al centro di forti polemiche per avere ospitato nella chiesa del loro priorato, ad Albano, il rito funebre di Erich Priebke, il capitano nazista dell'eccidio delle fosse ardeatine (un episodio di cui non si era mai pentito).

Fu Papa Ratzinger a mettere a punto una strategia a maglie larghe che si basava sul recupero dei lefebvriani in cambio della accettazione dei documenti principali del Vaticano II. Il percorso di recupero purtroppo incappò in alcuni incidenti che frenarono il cammino, come la revoca della scomunica a quattro vescovi lefebvriani, tra cui il negazionista Richard Williamson che (ancora) ritiene che lo sterminio degli ebrei sia solo un'invenzione.




 
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