Unioni civili, Bagnasco: «I figli non sono un diritto e devono avere un padre e una madre»

Unioni civili, Bagnasco: «I figli non sono un diritto e devono avere un padre e una madre»
Lunedì 25 Gennaio 2016, 17:26 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 14:59
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«I figli non sono un diritto e devono avere un padre e una madre». Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, non usa mezzi termini nell'ultima uscita sul tema delle unioni civili. La famiglia è uno «scrigno di relazioni, di generazioni e di generi, di umanesimo e di grazia» nel quale «vi è una punta di diamante: i figli. Che però non sono mai un diritto», sottolinea, aggiungendo che «il loro vero bene deve prevalere su ogni altro, poichè sono i più deboli ed esposti: non sono mai un diritto, poichè non sono cose da produrre; hanno diritto ad ogni precedenza e rispetto, sicurezza e stabilità. Hanno bisogno di un microcosmo completo nei suoi elementi essenziali, dove respirare un preciso respiro: 'I bambini hanno diritto di crescere - ha rilevato ancora il presidente della Cei citando parole del Papa - con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologicò». 

Sul tema delle unioni civili, ha precisato Bagnasco, non c'è nessuna divisione tra i vescovi. «I vescovi - ha detto il presidente Cei, il card. Angelo Bagnasco - sono uniti e compatti nel condividere le difficoltà e le prove della famiglia e nel riaffermarne la bellezza, la centralità e l'unicità: insinuare contrapposizioni e divisioni significa non amare nè la Chiesa nè la famiglia». «Sogniamo un Paese - ha aggiunto - a dimensione familiare, dove il rispetto per tutti sia stile di vita, e i diritti di ciascuno vengano garantiti su piani diversi secondo giustizia».


«I credenti hanno il dovere e il diritto di partecipare al bene comune con serenità di cuore e spirito costruttivo», aggiunge il presidente della Cei, senza però citare esplicitamente il Family Day di sabato. L'arcivescovo ribadisce tuttavia che spetta ai laici, come già indicato dal Concilio Vaticano II, «di iscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Assumano la propria responsabilità alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero».

«Sentiamo il dovere di rilanciare la voce della famiglia, tesoro inesauribile e patrimonio universale, perchè sia tutelata, promossa e sostenuta da politiche veramente incisive e consistenti». E la famiglia come prevista dalla Costituzione «è il fondamento e il centro del tessuto sociale», dice l'arcivescovo di Genova. «Per questo - aggiunge - ogni Stato assume doveri e oneri verso la famiglia fondata sul matrimonio, perchè riconosce in lei non solo il proprio futuro, ma anche la propria stabilità e prosperità. Auspichiamo che nella coscienza collettiva mai venga meno l'identità propria e unica di questo istituto». «I Padri costituenti ci hanno consegnato un tesoro preciso, che tutti dobbiamo apprezzare e custodire come il patrimonio più caro e prezioso, coscienti che - ha concluso Bagnasco citando le parole di Papa Francesco - 'non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unionè».


 

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