La scure di Papa Francesco sui movimenti ecclesiali, stop a presidenti a vita e abusi di potere

La scure di Papa Francesco sui movimenti ecclesiali, stop a presidenti a vita e abusi di potere
di Franca Giansoldati
Giovedì 16 Settembre 2021, 17:05 - Ultimo agg. 17 Settembre, 07:44
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Città del Vaticano – Dopo la scure che si è abbattuta sul vasto e frastagliato arcipelago dei movimenti ecclesiali – dai Neocatecumentali al Rinnovamento dello spirito, da Cl ai Focolarini, da Sant'Egidio alla Azione Cattolica solo per citare i più importanti e radicati – Papa Francesco ha spiegato perché di recente ha firmato un provvedimento che impedisce ai presidenti di restare a vita. Quello che vuole è evitare l'autoreferenzialità, gli abusi che si sono verificati in alcune realtà, a volte la gestione troppo autonoma di strutture in cui manca ai vertici un sano ricambio. I movimenti riconosciuti dal Vaticano sono diverse centinaia, alcuni dei quali commissariati come gli Araldi del Vangelo.

«L'esercizio del governo all'interno delle associazioni e dei movimenti è un tema che mi sta particolarmente a cuore, soprattutto considerando i casi di abuso di varia natura che si sono verificati anche in queste realta' e che trovano la loro radice sempre nell'abuso di potere» ha sottolineato Francesco all'Incontro con i moderatori delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, organizzato dal Dicastero per i Laici sul tema "La responsabilita' di governo nelle aggregazioni laicali: un servizio ecclesiale". 

«Non di rado la Santa Sede, in questi anni - ha osservato il Pontefice, ricordando anche il decreto dell'11 giugno scorso 'Le associazioni internazionali di fedeli' -, è dovuta intervenire, avviando non facili processi di risanamento.

E penso non solo a queste situazioni tanto brutte, che fanno rumore; ma anche alle malattie che vengono dall'indebolimento del carisma fondazionale, che diventa tiepido e perde la capacità di attrazione». 

Ha ripetuto che gli incarichi di governo sono «una chiamata a servire» non un ruolo di potere. «Si delegano agli altri compiti e responsabilità per determinati ambiti, ma solo teoricamente! Nella pratica, però, la delega agli altri è svuotata dalla smania di essere dappertutto. E questa voglia di potere annulla ogni forma di sussidiarietà. Questo atteggiamento e' brutto e finisce per svuotare di forza il corpo ecclesiale. E' un modo cattivo di disciplinare».

Secondo il Pontefice chi sono realtà in cui i superiori cercano rendere «eterno» il loro ruolo, anche «cambiando le costituzioni», o «comprando» la rielezione. In alcuni istituti religiosi «tenendo sempre le stesse persone negli incarichi di governo, non hanno preparato il futuro; hanno consentito che si insinuassero abusi e attraversano ora grandi difficolta'».

«L'altro ostacolo al vero servizio cristiano, "molto sottile", è "la slealta'", e "lo incontriamo quando qualcuno vuol servire il Signore ma serve anche altre cose che non sono il Signore. E le altre cose sempre sono i soldi. E' un po' come fare il doppio gioco!».

Per farla breve, ha aggiunto il Papa, si deve evitare di cadere «nella trappola della slealtà quando ci presentiamo agli altri come 'gli unici interpreti' del carisma, gli unici eredi della nostra associazione o movimento; oppure quando, ritenendoci indispensabili, facciamo di tutto per ricoprire incarichi a vita; o ancora quando pretendiamo di decidere a priori chi debba essere il nostro successore. Ma nessuno e' padrone dei doni ricevuti per il bene della Chiesa, nessuno deve soffocarli ».

Francesco parlando a braccio si è lamentato di una certa mentalità ai vertici della Chiesa che, a suo dire, non vede i reali problemi della gente. «Tanta poverta', miseria... Penso a noi che qui in Vaticano ci lamentiamo quando il pasto non e' ben cotto, quando c'e' gente che non ha da mangiare».

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