Vaticano, crolla l'Obolo: venduto a Londra il palazzo di Sloan Avenue

Vaticano, crolla l'Obolo: venduto a Londra il palazzo di Sloan Avenue
di Franca Giansoldati
Venerdì 28 Gennaio 2022, 14:06 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 07:31
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Città del Vaticano – Crolla l'Obolo di San Pietro. E la Santa Sede si scopre improvvisamente non più sostenibile economicamente. Si tratta di un calo costante nelle donazioni - pari al 15% - dovuto a diversi fattori che vanno dalla pandemia agli scandali, sia finanziari che quelli relativi alla pedofilia. Da tempo il trend negativo sulle entrate è fonte di grattacapi per la Santa Sede, la cui attività è totalmente dipendente dalla generosità dei benefattori chiamati periodicamente a sostenere i costi interni (che restano altissimi e non più difendibili). Un vero e proprio dilemma sul da farsi. Intanto il Vaticano ha venduto il famoso immobile di Londra, situato a Sloan Avenue e al centro di un processo in corso al di là del Tevere e sta pensando di mettere a reddito importanti immobili a Roma.

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L'allarme lo ha lanciato il segretario per l'Economia, il gesuita Juan Antonio Guerrero facendo una analisi complessiva dei conti e dei bilanci.

Il nodo principale da sciogliere riguarda la riduzione delle attività. Fermo restando che il Papa non vuole fare tagli al personale (circa 4 mila dipendenti) resta sul tavolo la strada della riduzione dei costi e del modo di incentivare le entrate. Inoltre, per la prima volta, il Vaticano parla di razionalizzare il proprio patrimonio immobiliare (vastissimo). Molti palazzi attualmente adibiti a congregazioni o pontifici consigli o altri enti potrebbero essere messi sul mercato e affittati, per avere rendite. Il piano è già in fase di elaborazione all'Apsa, la cassaforte finanziaria che si occupa del settore.

Ecco cosa ha detto Guerrero Alvez a proposito. «Nel breve periodo stiamo riducendo le attività. A medio termine, prima di tutto, abbiamo piani per migliorare l'efficienza interna, ottimizzando il rendimento del patrimonio. Dal lato immobiliare ci sono molti edifici dati al servizio della missione della Chiesa, circa 60 templi a Roma, non pochi edifici dati a istituzioni universitarie, ospedali e altre istituzioni al servizio della missione della Chiesa. Questa grande parte del patrimonio non ha una rendita ma solo una rendita sociale e a volte ha dei costi. Un'altra parte di questo patrimonio è per uso istituzionale: gli uffici vaticani, le strutture dei dicasteri, che hanno solo costi. Solo il 20% del patrimonio immobiliare rimane per un rendimento economico. Un piano che è sul tavolo di APSA è quello di aumentare questa superficie con una riduzione dell'uso istituzionale. Un altro aspetto è la centralizzazione degli investimenti finanziari, che speriamo sia finalmente completata quest'anno». 

L'incertezza economica

Quanto alle difficoltà economiche il Vaticano lamenta l'incertezza delle entrate che diminuiscono di anno in anno. «La raccolta dell'Obolo nelle Chiese e l'affluenza in tempi di Covid si è ridotta. Questo dovrebbe farci pensare ad altri metodi per sollecitare l'aiuto dei fedeli e ricevere donazioni». Al momento le donazioni della raccolta 2021 stanno ancora arrivando da alcuni Paesi attraverso le nunziature. «Nel 2021 c'è stato di nuovo un calo rispetto all'anno precedente, non meno del 15%. Se nel 2020 l'incasso totale dell'Obolo era di 44 milioni di euro, nel 2021 non credo che sarà più di 37 milioni di euro. La diminuzione nel 2021 si aggiunge alla diminuzione del 23% tra il 2015 e il 2019 e alla diminuzione del 18% nel 2020, il primo anno della pandemia». 

Il Vaticano ripete che la sola efficienza interna non consente la sostenibilità dei costi. «Dobbiamo anche cercare dei modi per attrarre più donazioni. Il primo requisito è la trasparenza e la rendicontazione pulita, e credo che abbiamo fatto molti passi in questa direzione. Oltre a dare un resoconto annuale del budget e del bilancio, quest'anno speriamo di offrire anche un resoconto delle entrate e delle uscite dell'Obolo, e di inviare per conoscenza i conti della Santa Sede alle Conferenze Episcopali. Dobbiamo rendere le Chiese locali più consapevoli delle necessità della Santa Sede, la Curia è al loro servizio e deve essere in gran parte mantenuta da loro» spiega ai media vaticani il gesuita a capo del ministero dell'Economia. 

L'inchiesta

Infine, sul famoso palazzo di Londra, al centro di una inchiesta che vede sul banco degli imputati 10 persone tra finanzieri, funzionari vaticani, preti e il cardinale Angelo Becciu, il presidente del dicastero dell'Economia annuncia che è stato venduto bene. «Sono stati assunti un broker a Londra e uno studio legale, entrambi con una gara ristretta, così come una persona di fiducia a Londra per accompagnare il processo e rappresentare i nostri interessi. Il processo è stato accompagnato da un team della Santa Sede con alcuni aiuti professionali esterni da Roma. Sono state ricevute sedici offerte, quattro sono state selezionate, dopo una seconda tornata di offerte, è stata scelta la migliore. Il contratto di vendita è stato firmato, abbiamo ricevuto il 10% del deposito e tutto sarà concluso nel giugno 2022. La perdita della presunta truffa, di cui si è parlato molto e che ora è sottoposta al giudizio dei tribunali vaticani, era già stata presa in considerazione nel bilancio. L'edificio è stato venduto al di sopra della valutazione che avevamo in bilancio e della valutazione fatta dagli istituti specializzati».

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