Prete rapito in Nigeria, a rischio tanti missionari dopo le rivelazioni sui riscatti pagati dal Vaticano per liberare ostaggi

Prete rapito in Nigeria, a rischio tanti missionari dopo le rivelazioni sui riscatti pagati dal Vaticano per liberare ostaggi
di Franca Giansoldati
Martedì 18 Ottobre 2022, 12:36 - Ultimo agg. 13:23
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Città del Vaticano – L'ultimo rapimento di un prete in Africa a scopo di estorsione risale a qualche giorno fa. E' l'ennesimo preoccupante sequestro da parte di bande criminali o di gruppi spesso collegati al radicalismo islamico che sta penetrando velocemente in molte regioni africane. Stavolta ad essere stato portato via è un prete nigeriano, padre Joseph Igweagu, parroco della parrocchia di San Giuseppe, Abata Nsugbe, rapito mentre tornava in canonica dopo aver celebrato una messa funebre a Umunnachi mercoledì 12 ottobre, ha fatto sapere attraverso un comunicato l’Arcidiocesi di Onitsha. Nel sollecitare la preghiera dei fedeli per “il rilascio incondizionato” del sacerdote, l’arcidiocesi ha precisato che sta facendo tutto il possibile per ottenere la sua liberazione. Lo Stato di Anambra si trova nel sud-est della Nigeria ed è una delle zone colpite dal fenomeno dei rapimenti a scopo di estorsione, un crimine ormai endemico in diverse aree della Nigeria. 

Nella Chiesa si osserva con preoccupazione il fenomeno dell'aumento dei sequestri causati sia dalla situazione instabile che dall'avanzata dell'estremismo in molte zone.

Nigeria, Camerun, Mali, Niger, Corno d'Africa, Kenia, Congo, Zimbabwe. Nel frattempo però si è aggiunta una altra fonte di timori, stavolta legati alle notizie rese pubbliche durante le udienze del maxi processo vaticano sull'immobile di Londra. Nel corso di alcuni interrogatori è affiorato che il Vaticano in alcune circostanze si è dimostrato disposto a pagare i sequestratori con i fondi riservati della Segreteria di Stato (fondi che ora sono passati sotto la gestione dello Ior). La diffusione di queste notizie finora riservatissime, e riportate puntualmente da tutte le testate internazionali - dalla Ap alla Reuters -, rischia di alimentare il fenomeno dei sequestri a scopo estorsivo. Una sorta di effetto collaterale non previsto: aver reso pubblica l'attività della Santa Sede per la liberazione degli ostaggi potrebbe effettivamente mettere a repentaglio la vita di tanti preti e missionarie che vivono in zone particolarmente delicate. 

Durante alcune udienze è affiorato chiaramente come il Vaticano si fosse interessato alla suora colombiana rapita nel Mali (ora salva) destinando molto denaro per la sua liberazione. Esattamente come è accaduto anche in passato per altri casi di sequestri gestiti dietro le quinte, per esempio quello del salesiano che fu rapito nello Yemen quasi dieci anni fa. 

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