Casarano, ancora coprifuoco: spettacoli e musica fino a mezzanotte. Addio movida: monta la protesta

Casarano, ancora coprifuoco: spettacoli e musica fino a mezzanotte. Addio movida: monta la protesta
di Enzo SCHIAVANO
Sabato 19 Giugno 2021, 08:41 - Ultimo agg. 20 Giugno, 08:54
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Mentre la Puglia - così come quasi tutta l'Italia - si gode gli effetti della zona bianca, nel Salento c'è il caso di un Comune che va controcorrente, almeno dal punto di vista dell'intrattenimento musicale. A Casarano, infatti, da oltre un anno la movida è spenta. E continuerà ad esserlo, in barba alla bianca. Un'ordinanza del sindaco Ottavio De Nuzzo, infatti, limita fino a mezzanotte gli spettacoli di intrattenimento musicale nei locali pubblici del centro. Un limite orario che i gestori dei locali hanno subito contestato e che gli impedirebbe di organizzare qualsiasi evento. Nei giorni scorsi, i proprietari dei locali hanno chiesto al sindaco l'annullamento dell'atto per rilanciare l'attività dopo questo lungo periodo di emergenza e di difficoltà economiche. Ma il primo cittadino di Casarano non ha sentito ragioni ed è rimasto sulla sua posizione: l'ordinanza rimane in vigore.

Il caso "coprifuoco"


Comincia l'estate, la Puglia è in zona bianca, gli esercizi pubblici si organizzano per attrarre i turisti e i giovani. A Casarano, però, ai locali della movida è vietato organizzare spettacoli musicali. L'Amministrazione Comunale con l'ordinanza contestata autorizza lo svolgimento di questi intrattenimenti solo fino alla mezzanotte, come ci fosse ancora il coprifuoco. Un tempo troppo limitato per i gestori dei locali che hanno rinunciato del tutto ad allestire spettacoli con dj o concerti live con gruppi musicali. L'Amministrazione Comunale è con i residenti del centro storico che spesso si sono lamentati del volume della musica troppo alto e che dura fin oltre le due di notte. A distanza di un anno i gestori hanno chiesto l'annullamento dell'atto per poter prorogare oltre la mezzanotte gli intrattenimenti musicali. «Casarano sta morendo hanno dichiarato i gestori in una nota congiunta - noi commercianti ci sentiamo dei sopravvissuti, quasi degli eroi, per aver avuto la forza, la caparbietà e, probabilmente, l'incoscienza di riaprire le nostre attività in un contesto sociale, asociale, come quello di Casarano.

Non è un mistero che tra i maggiori fautori dei patti carbonari che vedono una serie di atti, provvedimenti, e azioni, mirati alla chiusura dei locali di intrattenimento, ci siano interessi personali e privati di qualcuno».

La polemica politica


La vicenda ha anche connotazioni politiche perché la richiesta dei proprietari di pub, ristoranti e bar hanno incassato il sostegno di Fratelli d'Italia, forza politica di maggioranza. De Nuzzo, però, non ha sentito ragioni e anzi ha sottolineato che i locali del centro non avrebbero i requisiti di locali di intrattenimento. «Tali non sono - ha spiegato il sindaco - avendo un'autorizzazione per l'attività di somministrazione di alimenti e bevande e che gli intrattenimenti per tali locali sono sì previsti dalla norma ma devono svolgersi in via del tutto occasionale. È accaduto in passato che gli eventi organizzati dai predetti pubblici esercizi non avevano il requisito dell'occasionalità in quanto gli stessi venivano organizzati con cadenza settimanale». «Tali eventi - ha aggiunto il sindaco - hanno inevitabilmente provocato le proteste dei residenti per il disturbo della quiete pubblica che, è bene ricordarlo, si sono riuniti in comitato spontaneo, arrivando a sporgere querela oltre che sollecitare i doverosi interventi del Comune e delle forze dell'ordine». La vicenda sembrava chiusa, invece anche le forze politiche di opposizione sono intervenute con una richiesta di convocazione urgente del Consiglio Comunale con all'ordine del giorno l'ordinanza della discordia. «Si riconosce - si legge nella nota dell'opposizione - l'importante ruolo sociale ed economico svolto dalle attività di pub, bar e locali di intrattenimento. Tale ordinanza limita inesorabilmente il lavoro di molte attività commerciali già duramente provato dall'emergenza Covid-19 e penalizza fortemente gli sforzi professionali di tali attività. Inoltre aggiunge la nota - l'iter burocratico al quale questi esercizi commerciali devono andare incontro, rischia di mettere definitivamente in ginocchio queste piccole realtà imprenditoriali, non più capaci di pianificare e programmare neanche nel medio termine la propria attività».

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