Quarantena da Covid e abbonamenti pirata alle partite della serie A: oscurati 56 server, 2 siti web e 2 canali Telegram

Quarantena da Covid e abbonamenti pirata alle partite della serie A: oscurati 56 server, 2 siti web e 2 canali Telegram
di Paola ANCORA
Giovedì 18 Giugno 2020, 12:23 - Ultimo agg. 13:17
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I finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi, Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti, hanno eseguito oggi il provvedimento disposto dal gip del tribunale di Roma,Roma sequestrando preventivamente e quindi oscurando 56 server, due siti web e due canali Telegram attraverso i quali era possibile seguire in diretta le partite di calcio della serie A. 

L'oscuramento ha di fatto reso inattivi almeno 160.572 abbonamenti illegali identificati sui server oscurati e organizzati nell’ambito di un sistema che si poggiava su 7 “strutture” IPTV illegali. Un numero rilevante se si considera che, sulla base degli elementi acquisiti, un abbonamento illegale consentiva di accedere, in media, a 450 canali televisivi e alla fruizione di circa 30mila contenuti multimediali diretti (serie TV, film etc).

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La filiera illegale individuata dalle Fiamme gialle si basava sull’attività di vendita degli abbonamenti da parte di circa 900 reseller sul territorio nazionale, 627 dei quali ritenuti “anello di congiunzione” con i clienti finali.

A far scattare l'inchiesta e i successivi sequestri, la denuncia depositata dalla Lega Nazionale Professionisti di Serie A, contitolare, unitamente alle singole squadre organizzatrici delle partite di calcio, dei diritti audiovisivi su tutte le competizioni di cui la stessa è organizzatrice: dal campionato di Serie A Tim alla Coppa Italia, dalla Supercoppa alle Competizioni Primavera. Si tratta, peraltro, del secondo sequestro: nell'ambito della stessa indagine, la Finanza - sempre su disposizione dell'autorità giudiziaria - aveva già provveduto a oscurare 85 risorse web. 

L'attività illecita oggetto dell'inchiesta si riferisce, in particolare, alla moderna metodologia di distribuzione di contenuti multimediali, la cosiddetta IPTV (Internet Protocol Television), attraverso la quale i “pirati” acquisiscono e ricodificano i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento per poi distribuirli sulla rete internet, sotto forma di un flusso di dati ricevibile, dagli utenti fruitori, con la sottoscrizione di un abbonamento illecito ed un semplice PC, tablet, smartphone o decoder connesso alla rete. Un mercato illegale molto fiorente, che si è ulteriormente sviluppato nella fase dell’emergenza sanitaria visto l'isolamento al quale gli italiani sono stati costretti dal diffondersi del Covid-19.

In particolare, con specifico riferimento all’offerta di eventi sportivi, i “pirati” hanno continuato  a  pubblicizzare  pacchetti  illegali  prospettando agli ormai “affezionati clienti” la cosiddetta “fase 3”  di ripresa delle competizioni sportive e formulando offerte vantaggiose sulla durata dell’abbonamento illegale acquistato. Per avere un’idea del volume d’affari relativo a questo traffico illecito basta considerare che il costo medio di un abbonamento illegale si aggira sui 10 euro al mese. Dunque, per gli abbonamenti oscurati con l'ultimo sequestro, si parla di un valore di 1 milione e 605mila euro al mese. 

Le indagini, inoltre, hanno permesso di individuare due canali Telegram i cui amministratori, tra l’altro, dopo aver hackerato i sistemi dedicati alla diffusione illecita dei contenuti multimediali, tentavano di estorcere denaro ai “pirati” che li gestivano dietro la minaccia di pubblicare, anche su due siti internet, dati e credenziali riferibili agli abbonamenti illegali attivi.

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