Sma, bufera sulla motivazione ufficiale «Disumano strumentalizzare il dolore»

Sma, bufera sulla motivazione ufficiale «Disumano strumentalizzare il dolore»
di Alessandra LUPO
Venerdì 12 Novembre 2021, 09:09 - Ultimo agg. 15:51
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La domanda è legittima: può un dissidio su una decisione medica che riguarda un bambino gravemente malato compromettere un sodalizio politico in salute? In queste ore sono in tanti a domandarselo tentando una lettura più complessa del terremoto politico comportato dalle dimissioni di Pier Luigi Lopalco da assessore alla Salute della Regione Puglia.

La decisione di Lopalco


Una decisione arrivata come un fulmine a ciel sereno e come lo stesso Lopalco ha spiegato molto sofferta, ma per tanti frutto in realtà di una profonda insofferenza che il medico avrebbe accumulato al fianco di Michele Emiliano. Una condizione in cui il contrasto sul farmaco contro la Sma sarebbe stata solo la fatidica goccia.
Così sembra pensarla anche Fabiano Amati. Il presidente della Commissione Bilancio regionale, tra i più tenaci sostenitori dei piccoli malati di Sma pugliesi e delle loro famiglie, in una nota taccia di disumanità le parole di Lopalco.
Se l'assessore Lopalco vuole dimettersi per problemi con Emiliano o altre legittime questioni lo faccia pure. Ma è pregato di non argomentare con pensieri antigiuridici - scrive Amati -. È disumano utilizzare una vicenda dolorosa e scaraventarla nel dibattito politico per giustificare dissidi, incomprensioni o dimissioni. L'obbligo di somministrare la terapia genica ai bimbi affetti da Sma è dettato dalla scienza giuridica, ossia dalla normativa. La legge dice che per la somministrazione del farmaco serve la prescrizione di uno specialista neuropsichiatra e non di un igienista impegnato nei talk show; prescrizione che nel caso del piccolo Paolo è arrivata.

Su questo caso Emiliano e io pratichiamo dunque la scienza giuridica e non il politichese travestito con infondati tecnicismi.

La vicenda di Paolo e il "tritacarne" politico


La delicata vicenda del piccolo Paolo, su cui anche Michele Emiliano ha deciso di tentare il possibile superando i pareri contrari dell'Aifa, incrocia infatti l'intricata situazione regionale, dove l'ipertrofia dell'apparato amministrativo e del suo rapporto diretto con la Presidenza mette già da tempo a dura prova il primato della politica all'interno dell'Ente. E nello specifico, passaggi chiave come la nomina dei direttori generali Asl, potrebbero essere stati un altro banco di prova per la convivenza tra personalità forti resa necessaria solo dall'urgenza pandemica oggi in parte venuta meno. Amati sembra esserne convinto e, tornato sulla vicenda in questione, le restituisce la dimensione umana: Adempiere a una prescrizione medica è gesto politico o semplicemente l'adempimento a una condotta amministrativa doverosa? Le risposte a queste domande sono ovviamente obbligate.
Al di là della vicenda da non lanciare nel tritacarne della politica, il dubbio su una così profonda differenza di vedute e sensibilità però resta e non fa che confermare il progressivo raffreddamento tra assessore e presidenza, sfociato anche nella rumorosa assenza di Lopalco nel capitolo dell'ospedale di emergenza realizzato alla Fiera del Levante, interamente gestito dalla Protezione civile.
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