Amministrative: sette i Comuni reatini chiamati al voto a settembre, solo tre per la scadenza naturale del mandato

Amministrative: sette i Comuni reatini chiamati al voto a settembre, solo tre per la scadenza naturale del mandato
di Samuele Annibaldi
Sabato 11 Luglio 2020, 01:31 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 11:47
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RIETI - Tempo di chiamata alle urne con l’election-day il 20 e 21 settembre prossimi. Oltre al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, si rinnovano con le elezioni amministrative anche alcuni governi comunali. Nel Reatino saranno 7 quelli chiamati al voto con la particolarità che tre votano per scadenza naturale del mandato: Castelnuovo di Farfa dove è attualmente sindaco Luca Zonetti, Montebuono col sindaco Fausto Morganti e Marcetelli col sindaco Marcello Raimondi, mentre altri quattro andranno alla consultazione per motivi diversi dalla scadenza naturale del mandato.

Si tratta di Fara in Sabina dove le dimissioni di massa di nove consiglieri hanno sancito la fine anticipata dell’amministrazione guidata da Davide Basilicata, Cottanello dove sono state sufficienti le dimissioni di 6 consiglieri per far chiudere anticipatamente il secondo mandato dell’ex sindaco Franco Piersanti, Poggio Bustone dove 7 consiglieri dimissionari hanno interrotto anzitempo il mandato del sindaco Deborah Vitelli e Montenero Sabino dove il sindaco Ivano De Angelis è deceduto il mese scorso. A Fara Sabina, Cottanello e Poggio Bustone attualmente c’è il commissario prefettizio, mentre a Montenero traghetta l’amministrazione al voto il vicesindaco facente funzioni Daniele Farese. Essendo tutti Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti non è previsto l’eventuale turno di ballottaggio se non nella remota ipotesi della parità dei voti tra i candidati più votati. Altrimenti vince le elezioni, a prescindere dalla percentuale dei voti riportati, il candidato sindaco che al termine dello spoglio sarà capace di ottenere anche un solo voto in più rispetto ai suoi avversari.

Voto in due giorni. Si vota in due giornate, la domenica dalla mattina alla sera e il lunedì fino al primo pomeriggio come era fino a qualche anno fa. Questo per diluire l’afflusso degli elettori, cercando di evitare file e assembramenti vista l’emergenza sanitaria ancora non rientrata. Le date come annunciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sono il 20 e il 21 settembre con la firma al decreto attesa a breve. 

I seggi. Tra le ipotesi circolate c’era quella di non utilizzare le scuole come seggi elettorali ma trovare sedi alternative dal momento che nella maggior parte dei casi le lezioni dovrebbero iniziare il 14 settembre e quindi i vari istituti sede di seggio si vedrebbero costretti a richiudere subito per permettere le operazioni di voto con l’allestimento dei seggi, le giornate del voto, lo spoglio e la nuova sanificazione dei locali. In realtà, l’ipotesi più consistente circolata era quella di utilizzare gli Uffici postali come sedi di seggio presenti praticamente in tutti i Comuni. L’ipotesi però è subito tramontata perché Poste Italiane ha declinato: sarebbe stato troppo costoso chiudere gli uffici così tanti giorni.

Non essendoci molte alternative alla fine si torna agli istituti scolastici come sede di seggio. Critico Lorenzo Fioramonti, ex ministro dell’Istruzione, che commenta in maniera lapidaria ma esauriente la decisione di votare nelle scuole: «priorità alle elezioni, ma non alle lezioni». 

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