Il bimbo che ha rischiato di morire soffocato per un biscotto: il professor Rizzo spiega cosa si deve fare e cosa no in casi simili

Il professor Santino Rizzo, primario Otorinolaringoiatria all'ospedale di Terni
Il professor Santino Rizzo, primario Otorinolaringoiatria all'ospedale di Terni
di Umberto Giangiuli
Domenica 20 Giugno 2021, 00:10 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 17:28
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RIETI - Ha rischiato di morire soffocato per un biscotto il piccolo di 16 mesi salvato a Stimigliano dal “118” poi trasportato all’ospedale di Sant’Andrea a Roma, ora fuori pericolo. Casi del genere accadono più spesso di quello che si può pensare e non solo a neonati o bambini ma anche agli adulti. Decisivo, in questo caso, il pronto intervento del “118”. 

E un ruolo importante l’hanno avuto anche i genitori che non hanno tentato di intervenire con manovre sul piccolo.

Giuseppe (nome di fantasia) era diventato pallido, non riusciva a respirare. L’intervento degli angeli del 118 di Stimigliano gli ha salvato la vita, poi la corsa al Sant’Andrea per accertarsi che, nel momento in cui aveva perso i sensi, non avesse subito danni cerebrali. Il salvataggio del bimbo è certo merito dell’abilità dei sanitari ma un ruolo non meno importante, come detto, l’hanno giocato i genitori che, capita la gravità, non hanno avuto tentennamenti nel chiamare i soccorsi. 

Il dottor Santino Rizzo è un odontoiatra che opera nella vicina Terni ed è uno dei massini esperti nel Centro Italia in casi del genere. Solo qualche mese fa ha salvato con un intervento chirurgico un piccolo di un anno e mezzo che aveva ingoiato un pezzo di plastica. 

Dottor Rizzo cosa non si deve fare se il piccolo ingoia un corpo estraneo? 
«Mai e poi mai mettere le mani in bocca e cercare di asportarlo. E la cosa più sbagliata. Si rischia di spingere “l’intruso” in basso con il serio pericolo che il piccolo possa rischiare, con molta probabilità, di rimanere soffocato». 

Ci sono molti casi del genere? 
«Fortunatamente non sono in gran numero - spiega Rizzo- nel nostro Paese se ne registrano almeno una cinquantina. In provincia si contano sulle dita di una sola mano». 

Qual è l’età critica in cui sale la percentuale di mettere in bocca un corpo estraneo? 
«I quattro anni di età, quando il bambino è piuttosto curioso e mette in bocca quello che trova ma pure i neonati possono rischiare, anche se raramente. Sono diversi gli oggetti che attraggono i bambini. Ho avuto modo di “trovare” nella loro bocca monetine, piccole batterie, caramelle, pezzettini di plastica, peli di peluche. Tutti ugualmente pericolosi se una mano non esperta cerca di sostituirsi medico». 

Dottor Rizzo è sbagliato far bere un poco di acqua al bambino?
«E’ di quando più sbagliato si possa fare. L’acqua non fa altro che peggiorare la situazione e e rischia di ostruire la faringe».

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