Piana reatina allagata, gli agricoltori promuovono class action contro Erg per i danni subiti

Piana reatina allagata, gli agricoltori promuovono class action contro Erg per i danni subiti
di Renato Retini
Sabato 7 Agosto 2021, 00:10 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 05:23
3 Minuti di Lettura

RIETI -  I giorni della paura e dell’ermergenza, provocati dall’esondazione del fiume Turano avvenuta nel gennaio scorso, sono lontani, ma i difficili momenti vissuti non hanno fatto venir meno la domanda di risarcimento avanzata da coltivatori e imprenditori agricoli per le conseguenze subite dalle proprie attività. Una cinquantina di vittime, titolari di aziende nella Piana Reatina e nella valle del Turano, hanno avviato una causa collettiva nei confronti della Erg, la società che gestiva i bacini idroelettrici del Reatino e che solo alcuni giorni fa sono passati sotto il controllo dell’Enel

L'iniziativa. Un’iniziativa per ottenere l’indennizzo dei danni, che vanno dai 2 mila ai 10 mila euro per ogni richiedente, avviata dopo che la multinazionale ha respinto ogni possibile soluzione transattiva, sostenendo di non avere responsabilità in quanto accaduto in quelle settimane in cui centinaia di ettari sono rimasti sommersi dall’acqua rilasciata dalle paratoie della diga del Turano.

L’apertura delle paratie, sostengono i danneggiati assistiti dall’avvocato Walter Petresca e forti di una consulenza tecnica sugli allagamenti elaborata dall’ingegner Marco Laveglia, esperto in materia idraulica, sarebbe avvenuta in ritardo rispetto alla situazione allarmante che si era creata in seguito alle abbondanti piogge.

Un allarme ignorato, sul quale è pendente in procura un’indagine per inondazione colposa, sul quale il legale dei danneggiati vuole fare chiarezza e per questo ha chiesto, e ottenuto, di poter accedere agli atti del fascicolo depositato in Prefettura. In particolare, si vuole verificare la tempistica riferita al controllo del livello dell’acqua presente nel bacino che, rilasciata in eccesso, ha contribuito a provocare l’alluvione. Di qui, l’ipotesi che l’operazione sia stata effettuata in ritardo. 

Il precedente. Vicenda che presenta tante analogie con la precedente esondazione avvenuta nel 2010, quando il Velino e il Turano, gonfiati dalla pioggia e dal rilascio di acqua dalla diga di Posticciola, gestita fino al 2015 dalla multinazionale E.On, tracimarono dagli argini, allagando otto mila metri quadrati di terreno nella Piana Reatina, finita praticamente sommersa, provocando danni a colture, privati, aziende agricole e ad altre attività, come quella del Centro Appenninico Carlo Jucci, poi risarcito dopo un accordo stragiudiziale.

Seguirono due processi, a Rieti e in Corte di Appello, nei confronti dell’amministratore della società accusato di aver ritardato il rilascio dell’acqua, ma i giudici stabilirono che il fatto non costituiva reato e l’imputato fu assolto. Dieci anni dopo, l’evento si è ripetuto in maniera più drammatica perché, secondo gli esperti di idraulica, è stato fatto poco a livello di prevenzione e manutenzione dei corsi d’acqua. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA