Rieti, volovelista morto: partono le inchieste

Christian Derold
Christian Derold
di Giacomo Cavoli
Martedì 10 Agosto 2021, 00:10 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 05:55
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RIETI - A partire da questa mattina, al Ciuffelli si riprenderà a volare per la settima giornata di gara della Coppa Internazionale del Mediterraneo di volo a vela, ma la tragica morte del volovelista austriaco Christian Derold (residente insieme alla famiglia in Nuova Zelanda), verificatasi domenica pomeriggio, ha inevitabilmente scosso l’intero aeroporto. Ieri, alianti a terra e giornata di lutto, mentre a Cartore di Borgorose sono proseguite le operazioni di recupero del velivolo finito contro una parete rocciosa, alla presenza di un ispettore dell’Agenzia nazionale della Sicurezza per il Volo, che aprirà un’inchiesta per stabilire le cause dell’incidente, mentre la magistratura proseguirà in autonomia il proprio iter. Nel frattempo, il corpo del 57enne è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale de Lellis di Rieti, dove verrà effettuata l’autopsia disposta dal magistrato di turno.

L'ipotesi
Alla torre gara di Rieti, poco dopo le 17 di domenica pomeriggio, la segnalazione dell’incidente è giunta per prima da parte dell’altro austriaco, Peter Hartmann, che in quel momento era impegnato insieme a Derold nel percorrere il tracciato assegnato al Gruppo Open, classe nella quale erano iscritti i due austriaci, prima di fare rotta verso Rieti per chiudere il percorso.

Hartmann ha contattato la torre non appena ha visto Derold precipitare e, da lì, sono successivamente scattati i soccorsi aerei e di terra, i quali, questi ultimi, hanno avuto non poche difficoltà a raggiungere l’aliante, percorrendo il sentiero della Val di Fua. Sul posto, percorrendo a piedi il sentiero della Val di Fua che conduce al lago della Duchessa, si sono dunque portati i carabinieri della stazione di Borgorose, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco. Nessuna ipotesi sembra per ora esclusa - almeno fino a quando non arriveranno intanto i risultati dell’autopsia - ma l’idea che al Ciuffelli si è fatta strada fin da subito è che Derold possa essere “finito in vite”: mentre era impegnato a seguire la corrente ascensionale della termica per riprendere quota, l’ala interna potrebbe infatti aver perso portanza, producendo quindi un asse verticale di caduta, aggravato dagli 800 chili e dai 23 metri di apertura alare dell’Antares 23E motorizzato, tra i velivoli più performanti in gara in questi giorni al Ciuffelli. Un fenomeno, quello della “vite”, ben conosciuto dai volovelisti e per il quale esiste una specifica tecnica di contrasto nel caso in cui dovesse verificarsi: ma evidentemente Derold - pilota molto esperto, stimato da tutti i suoi colleghi e presenza fissa a Rieti ormai da anni - non è riuscito ad attuarla in tempo.

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