Rifiuti, dote da 2 miliardi. Al Centro Italia le briciole

Via ai bandi per realizzare nuovi impianti. Ma i criteri penalizzano le Regioni centrali. Il 40% delle risorse destinato al Sud, al Nord ne vanno altrettante. Restano solo 400 milioni

Rifiuti, dote da 2 miliardi. Al Centro Italia le briciole
Rifiuti, dote da 2 miliardi. Al Centro Italia le briciole
di Andrea Bassi
Giovedì 18 Novembre 2021, 01:36 - Ultimo agg. 10:16
4 Minuti di Lettura

Una riserva al Mezzogiorno del 40 per cento dei fondi. Una riserva, a sorpresa, del 40 per cento al Nord. E al Centro Italia solo due euro ogni dieci stanziati. Così saranno divisi i soldi di alcuni dei primi bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E non quelli di un capitolo secondario. In gioco ci sono i fondi della transizione ecologica. La linea d’azione riguarda uno dei temi più sentiti dai cittadini: lo smaltimento dei rifiuti. In particolare la realizzazione di nuovi impianti di trattamento, e l’ampliamento e l’ammodernamento di quelli esistenti. Le risorse non sono poche. Anzi, si tratta di 2 miliardi e 100 milioni divisi su diverse linee di intervento. La prima, da 450 milioni di euro, riguarda il miglioramento e la meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. La seconda, sempre da 450 milioni, punta all’ammodernamento e alla realizzazione di trattamento e riciclo di rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. I restanti 600 milioni servono all’ammodernamento e alla realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (Pad), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili. Poi ci sono altri 600 milioni da usare, sempre per nuovi impianti, per riciclare le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i rifiuti plastici, il cartone e il recupero degli scarti tessili. Ma come saranno distribuiti questi fondi? Nei bandi predisposti dal ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani, è stato introdotto un criterio di ripartizione territoriale delle risorse che si potrebbe quasi definire “al contrario”. Alle Regioni del Nord sarà «riservato» il 40 per cento delle risorse. Le Regioni del Centro e del Sud dovranno dividersi il restante 60 per cento.

Qualcosa, insomma, non torna.

Sarebbe il Mezzogiorno, in effetti, come previsto dal decreto legge sulla governance, a dover avere una riserva del 40 per cento dei soldi. Fonti del ministero per il Sud, contattate da Il Messaggero, fanno sapere di aver ricevuto garanzia che il 60 per cento riservato al Centro-Sud, sarebbe abbastanza capiente per rispettare quanto previsto dalla legge. Dunque le Regioni del Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo), dovrebbero accontentarsi solo del 20 per cento. All’incirca 420 milioni complessivi, da dividere tra tutte le Regioni dell’Italia centrale. Con un particolare non secondario, che a spartirsi la fetta di torta non proprio grande c’è anche il Lazio. E dunque Roma. Non più tardi di 48 ore fa il neo sindaco, Roberto Gualtieri, si è recato a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere una riserva di fondi per la Capitale all’interno del Pnrr. Il rischio, insomma, è che il Centro e il Sud debbano contendersi i soldi e che, all’interno del Centro, Roma, che ha necessità decisamente superiori, debba a sua volta competere con le altre Regioni. Eppure gli obiettivi ai quali l’Italia si è impegnata sono importanti. Entro il 2025, è l’accordo preso con la Commissione europea, i rifiuti riciclati dovranno ammontare ad almeno il 55 per cento del totale dei rifiuti prodotti; entro il 2030 la percentuale dovrà innalzarsi al 60 per cento ed entro il 2035 al 65 per cento. 

Gli obiettivi

Inoltre, viene prevista una restrizione allo smaltimento in discarica, per cui entro il 2035 si potrà ricorrere al conferimento per non più del 10 per cento dei rifiuti totali prodotti. Non solo. Tra gli impegni presi dal governo, e ribaditi dagli stessi bandi, c’è quello di ridurre il divario tra il Centro-Nord e il Sud. Ma perché allora, nel riparto delle risorse il Centro è stato accomunato al Mezzogiorno, che tra l’altro ha una “riserva” per legge del 40 per cento dei fondi? La giustificazione che filtra dai ministeri interessati, è che l’accordo su questo schema di riparto sarebbe stato preso con la Commissione europea durante il governo Conte, prima dell’entrata in vigore della norma del decreto sulla governance, chiesta dal ministro per il Sud Mara Carfagna, che garantisce al Mezzogiorno il 40 per cento delle risorse messe a bando. Se fosse vero, insomma, durante i negoziati con la Commissione, sarebbe stata inizialmente prospettata una clausola di salvaguardia al contrario. Un accordo per garantire comunque che il 40 per cento delle risorse dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza fossero assegnati alle regioni settentrionali. Quelle che, per inciso, hanno più impianti e meno problemi di smaltimento dei rifiuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA