Hasib Omerovic, disabile rom giù dalla finestra a Roma: gli agenti non avevano il mandato di perquisizione

La procura di Roma indaga per falso e tentato omicidio del rom di 36 anni

Hasib Omerovic, disabile rom giù dalla finestra a Roma: gli agenti non avevano il mandato di perquisizione
Hasib Omerovic, disabile rom giù dalla finestra a Roma: gli agenti non avevano il mandato di perquisizione
di Valeria Di Corrado e Camilla Mozzetti
Martedì 13 Settembre 2022, 22:59 - Ultimo agg. 15 Settembre, 16:30
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È improbabile che Hasib Omerovic, 36enne disabile di etnia rom, sia stato volutamente spinto giù dalla finestra della sua camera dai poliziotti in borghese che il 25 luglio scorso si sono presentati nell’abitazione dove viveva con la sua famiglia, nel quartiere popolare di Primavalle, a Roma. Quel che è certo è che i quattro agenti intervenuti in via Gerolamo Aleandro non avevano un mandato di perquisizione della Procura. È stato un intervento di iniziativa, non legato ad una attività delegata dall’autorità giudiziaria, di cui però sarebbe stata messa a conoscenza la vice dirigente del commissariato di Primavalle. Gli inquirenti stanno indagando per capire se in questo caso, visto che non si cercava droga o armi, ci fossero i requisiti d’urgenza e di pericolo per effettuare questa sorta di blitz sfociato in tragedia. Il giovane, sordomuto dalla nascita, si trova infatti in coma al policlinico Gemelli con svariate fratture, dopo essere precipitato da 9 metri di altezza. Le sue condizioni sono in leggero miglioramento: non è più in pericolo di vita, ma resta un quadro clinico complesso alla luce dei tre interventi chirurgici a cui è stato sottoposto.

LA RELAZIONE DI SERVIZIO
I pm Stefano Luciani e Michele Prestipino, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, hanno aperto un’inchiesta per tentato omicidio e falso in atto pubblico.

Il sospetto, infatti, è che possano esserci state delle incongruenze nella relazione di servizio sottoscritta dagli agenti subito dopo l’intervento e poi acquisita in Procura quando la famiglia di Hasib, il 10 agosto, ha presentato la denuncia. I quattro poliziotti, tre uomini e una donna, sono già stati identificati e, da quanto trapela, sarebbero già state fatte le prima iscrizioni sul registro degli indagati. Nessuno di loro, però, è stato sospeso dal servizio, visto che non c’è ancora alcuna ufficialità. Tra l’altro le singole posizioni non sarebbero del tutto sovrapponibili. Sembra infatti siano intervenuti in un primo momento solo due agenti, raggiunti poco dopo dagli altri due. In casa, oltre al giovane sordomuto, c’era una delle sorelle, anche lei disabile. Gli inquirenti stanno vagliando attentamente la sua versione dei fatti, per capire se si tratti realmente di un testimone oculare o se invece la 16enne si trovasse in una parte della casa che non le consentiva di osservare la dinamica che ha portato suo fratello a volare giù dalla finestra. Sono stati gli agenti ad allertare i soccorsi; anche se non è chiaro perché non sia arrivata subito in Procura la segnalazione dell’accaduto. 

La Squadra Mobile della Questura, delegata alle indagini, sta cercando di ricostruire cosa sia avvenuto all’interno dell’appartamento in quel caldo pomeriggio di fine luglio e se il 36enne possa essere stato realmente vittima di un pestaggio, per sfuggire dal quale potrebbe aver deciso di lanciarsi dalla finestra aperta della sua camera. I quattro poliziotti non sono ancora stati interrogati, mentre sono stati sentiti i loro superiori e molti vicini di casa degli Omerovic.

UN POST E NESSUNA DENUNCIA
Non è chiaro sulla base di quale input si siano presentati a casa della famiglia rom, con lo scopo di identificare il 36enne. Sicuramente nel quartiere il giovane disabile non era visto di buon occhio. In un post apparso sulla pagina Facebook di un comitato di quartiere era stato accusato di aver molestato alcune ragazze. Non era stata sporta una denuncia scritta, ma qualcuno nei giorni precedenti si era presentato al commissariato di Primavalle per lamentarsi. Forse tra le persone che avrebbe importunato Hasib, c’è anche una donna imparentata con un residente della zona dalla fedina penale non proprio limpida. La polizia potrebbe aver ricevuto delle “pressioni”, tanto da aver deciso di bussare alla porta del 36enne per prevenire eventuali violenze di genere.

L’ANALISI DEL DNA
Le lenzuola macchiate di sangue e il bastone spezzato di una scopa, trovati nell’appartamento e sequestrati il 12 agosto, sono ora sottoposti agli accertamenti della polizia scientifica per trovare le tracce di dna di vittime e carnefici. I familiari hanno anche messo a disposizioni degli inquirenti alcune foto in cui è visibile un termosifone staccato dal muro e tracce di sangue intorno alla porta della stanza in cui Omerovic si sarebbe rifugiato per paura, stando al racconto della sorella minore. I vicini di casa, però, sostengono che spesso sentivano urla e rumori di percosse provenire dalla casa, già prima della tragedia.
 

 

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